Gambia, gli armatori accusano
"Stiamo trattando, ma siamo da soli"

Il peschereccio Idra Q sequestrato in Gambia 15 giorni fa
Il peschereccio Idra Q sequestrato in Gambia 15 giorni fa
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Lunedì 16 Marzo 2015, 20:09 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 09:46
SAN BENEDETTO - "Stiamo trattando. Siamo solo noi e loro". Il noi sta per Italfish, la società armatrice dell'Idra Q. "Loro", ovviamente, sono le autorità gambiane. In mezzo c'è l'ansia per la sorte di Sandro De Simone e la rabbia per l'assenza delle istituzioni italiane. La risposta, eloquente, arriva dal telefono fisso della ditta armatrice di Martinsicuro. A rispondere all'ennesima telefonata è un dipendente dell'azienda: "Non ci sono novità, stiamo trattando con le autorità gambiane". Fine della conversazione. In effetti non c'è molto altro da dire. La situazione è di stallo e l'assenza dello Stato, almeno in apparenza, è lampante. Proprio ieri, il giorno in cui attraverso Twitter la Farnesina rilanciava i servizi della diplomazia per sostenere le imprese italiane all'estero, si apriva la prima giornata di trattative tra l'azienda di Martinsicuro e un intero Stato, senza l'appoggio della diplomazia. Il vice ambasciatore a Dakar che è rimasto per alcuni giorni a Banjul senza riuscire ad incontrare il comandante del peschereccio, è tornato in Senegal. Ed ora, armatori ed avvocati, sono davvero rimasti soli contro la giustizia del piccolo paese africano. La stessa che ha chiuso in carcere due uomini per le dimensioni di una rete da pesca. Le notizie che, in questi ultimi quindici giorni, sono arrivate dal Gambia, sono state poche, centellinate dalla distanza e dal cauto silenzio stampa quasi imposto dai piani alti dei palazzi romani. Un silenzio che quasi tutta la politica sembra aver condiviso. E in questo silenzio sono tanti i punti interrogativi che, dall'Italia, sembrano impossibili da togliere. In primo luogo quali siano state le condizioni che hanno portato alla liberazione di Massimo Liberati che, comunque, si trova ai domiciliari sempre in Gambia. E soprattutto che tipo di trattative sono quelle in corso a Banjul tra gli avvocati dell'Italfish e le autorità locali. Una vicenda che, vede Sandro De Simone condannato ad un mese di carcere (quello gambiano è uno dei più duri di tutta l'Africa) in quanto comandante del peschereccio che, comunque, è stato bloccato, ormeggiato in porto e guardato a vista dalla marina militare locale. L'udienza che si è tenuta il 2 marzo ha portato all'arresto del comandante e del direttore di macchine. Il primo è ancora in carcere, il secondo è stato liberato dopo una settimana, stando a quanto comunicato dalla Farnesina, grazie alla presentazione da parte dell'armatore di adeguate garanzie finanziarie di pagamento dell'ammenda comminata dal giudice di Banjul. De Simone però è ancora in carcere.



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