L'incubo in Gambia è finito
Scarcerato Sandro De Simone

Sandro De Simone
Sandro De Simone
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Martedì 17 Marzo 2015, 17:38 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 09:28
SAN BENEDETTO - Scarcerato Sandro De Simone. Il comandante dell'Idra Q dopo oltre 15 giorni di carcere in Gambia è tornato libero. Finisce l'incubo del carcere per il marittimo abruzzese Sandro De Simone, arrestato in Gambia per la presunta violazione delle dimensioni delle maglie di una rete da pesca, soli 2mm di differenza. Il capitano del motopeschereccio Idra Q. è stato scarcerato, dietro garanzia e cauzione da parte dell'armatore, a una settimana dal rilascio dell'altro italiano, il direttore di macchina, il marchigiano Massimo Liberati, uscito dal carcere lo scorso 9 marzo.



«Per fortuna sono vivo e rivedo la luce», ha detto agli armatori il comandante De Simone appena uscito di prigione. «La Farnesina mi ha confermato la scarcerazione», afferma il deputato abruzzese Giulio Sottanelli (Scelta Civica), parlando di «una bellissima notizia».



Il ministero degli Esteri ha seguito da subito il caso attraverso l'Ambasciata a Dakar in Senegal competente per territorio. A seguire la situazione di De Simone in carcere il vice ambasciatore d'Italia a Dakar (Senegal) Domenico Fornara. Il Console onorario a Banjul aveva visitato in carcere i due pescatori il 5 e il 6 marzo.



De Simone è «estremamente provato», dicono alla Italfish, società armatrice di Martinsicuro tanto che domani si valuterà la possibilità di farlo sottoporre ad una visita medica. Quindici giorni trascorsi nella prigione di 'Mile Twò, a Banjul, capitale dello Stato africano, per il marittimo di Silvi Marina (Teramo). Preoccupanti le condizioni di detenzione, tanto che la società, nei giorni scorsi, aveva lanciato l' allarme, dicendo di temere per la vita dei marittimi italiani, rinchiusi in un carcere con «celle sovraffollate, senza servizi nè acqua, senza cibo e senza alcuna possibilità di incontrare i prigionieri».



Lo scorso 7 marzo la moglie di De Simone, Gianna, aveva lanciato un appello al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, affinchè aiutasse suo marito. Oggi la notizia della scarcerazione. A Silvi c'è grande attesa tra amici e famigliari del pescatore, che aspettano di poter parlare con lui. Prima fra tutti a volerlo sentire è proprio la moglie.



«Non vedo l'ora di parlare con mio marito», ha detto la donna al sindaco di Silvi, Francesco Comignani, che aggiunge: «Sono felice e ora lo aspettiamo in città, sperando che possa tornare quanto prima». «Da quanto sappiamo dovrebbero mettersi in contatto con Sandro in serata. Ci auguriamo di poterlo riabbracciare presto in città», dice il consigliere comunale Michele Cassone. Alla scarcerazione del comandante si è arrivati dopo trattative estenuanti. In ogni caso, per i due marittimi italiani le accuse al momento non decadono. «Ci sarà da fissare una nuova udienza - dicono alla Italfish - e bisogna anche capire cosa fare con la nave, che è sotto sequestro in porto: a bordo ci sono 27 persone (tra cui un altro italiano, sempre abruzzese, non coinvolto nella vicenda giudiziaria, ndr) ed è costantemente sorvegliata dai militari».



La vicenda è iniziata a fine febbraio, quando i militari del Gambia sono saliti a bordo e hanno contestato la presenza di una rete da pesca le cui maglie erano di due millimetri più piccole rispetto alle dimensioni consentite dalla legge. Una rete, ha più volte ribadito la Italfish, «presente a bordo, ma non utilizzata». Dopo dieci giorni di fermo, i marittimi sono finiti in carcere, al termine di un'udienza definita più volte «sommaria». La società ha seguito il caso con due rappresentanti in Africa, uno proprio a Banjul e l'altro a Dakar.
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