SAN BENEDETTO - I redditi delle famiglie diminuiscono mentre aumentano i costi di utenze e alimentari. Da qui la necessità di rivedere il servizio delle mense scolastiche e la soluzione dietro l’angolo potrebbe essere quella dell’esternalizzazione affidandole a una cooperativa, diversamente rimodulare le fasce di reddito. Questione discussa nella riunione di maggioranza di giovedì sera e che sarà al centro di una prossima commissione consiliare.
Le motivazioni
A relazionare è stata l’assessore all’istruzione Lina Lazzari affiancata dal dirigente di riferimento, Tonino Rosati.
«Negli ultimi due anni – spiega il capogruppo di Libera Stefano Gaetani – c’è stato un impatto forte sui redditi così sui costi delle materie prime e delle derrate alimentari, di conseguenza diventa necessario rimodulare le fasce di reddito per le mense altrimenti gli incassi non riescono a coprire i costi». Che fare di fronte a costi più alti e redditi più bassi? Il primo obiettivo quello di fare chiarezza e affrontare una valutazione puntuale sui costi e gli introiti. A seguire una soluzione potrebbe essere quella di indire una gara e assegnare l’appalto delle mense a una cooperativa, aggiudicazione che potrebbe riguardare l’intero servizio o anche solo il personale. Anche in questo caso vanno valutati attentamente i costi. Altra ipotesi quella di rivedere le tariffe a seconda delle fasce di reddito e va specificato che con un appalto esterno il singolo buono mensa non potrà andare sotto la soglia dei 4,80 euro. Insomma una decisione non semplice che l’amministrazione si troverà a dover affrontare.
La fotografia
Attualmente i prezzi dei buoni mensa prevedono che per gli studenti residenti, con reddito fino a 10mila euro, il servizio è gratuito, per gli studenti residenti con Isee dai 10mila ai 20mila euro per il primo figlio 4,5 euro a pasto, per il secondo figlio il buono è di 3,50 euro, per il terzo figlio il prezzo è di 2,50 euro. Gli studenti residenti con un Isee oltre i 20mila euro il buono mensa è di 5,10 euro, il secondo figlio 4,10 euro, il terzo figlio3 euro. Gli studenti non residenti pagano 6,20 euro a pasto il primo figlio, il secondo figlio 4,80 euro, il terzo figlio 3,60 euro mentre per gli insegnanti e assistenti di sostegno il costo di un buono è di 8,40 euro.
Cifre che tra l’altro per quest’anno hanno subito rincari legati agli aumenti Istat.