Lavorare nella ristorazione ha le sue difficoltà, sia in cucina che come parte dello staff di sala. Anche senza avere esperienze pregresse nel campo, in effetti, è facile immaginare la velocità con cui bisogna muoversi in un locale pieno di clienti in fervente attesa e la necessità di organizzare ogni movimento nella maniera più efficiente possibile.
Eppure, nel momento in cui si è seduti al tavolo, molto spesso si interpreta così bene il ruolo del cliente da perdere la capacità di immedesimarsi in chi è dall'altra parte e comprenderne le problematiche, finendo per rendere il lavoro altrui inutilmente più stressante.
Una cameriera ha descritto proprio una situazione di questo genere e, in particolare, ha fatto riferimento a quei genitori che in un momento di palese caos al ristorante lasciano che i propri figli piccoli si prendano tutto il tempo necessario per riferire autonomamente l'ordine al personale.
Karl è una giovane ragazza che ha utilizzato il suo account TikTok per far presente una difficoltà spesso incontrata durante i turni di lavoro come cameriera, vale a dire la tendenza di alcuni genitori a non rispettare i tempi stretti del personale in sala quando il locale è particolarmente affollato e lasciare che i propri figli, bambini, riferiscano l'ordinazione in maniera completamente autonoma.
Nella breve clip, Karl mette in scena (nella sua auto) la frustrazione derivante da quella situazione: con il blocchetto in una mano e la penna nell'altra, si avvicina al tavolo e attende che le venga riferito l'ordine.
Sull'inquadratura, la cameriera racconta: «L'area del locale a cui sei assegnata è piena e questa famiglia di 8 persone insiste affinché i figli di 4 anni facciano l'ordine da soli». In didascalia, poi, fa presente: «Il sudore sulla mia fronte e il mio atteggiamento decisamente agitato non vi fanno forse capire che magari non è il momento giusto per insegnare qualcosa ai vostri bambini?».
Nei commenti molti utenti affermano di essersi trovati in situazioni simili e raccontano la loro: «Dì alla signorina cosa vuoi, e scoppiano a piangere...», «O quando gli danno due opzioni, tipo Vuoi la sprite o la limonata, tesoro e il ragazzino non alza gli occhi dal tablet, così i genitori devono chiedere altre 4 volte e alla fine ordinano per lui un latte al cioccolato».