Maestra condannata, preside insultato. «Omertoso». A processo due mamme

Maestra condannata, preside insultato. «Omertoso». A processo due mamme
Maestra condannata, preside insultato. «Omertoso». A processo due mamme
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 13:30

OSIMO «Altro che omertoso, io ho detto tutto su quella vicenda. Ho aiutato a fare giustizia, perché quelle parole diffamatorie nei miei confronti?». Se lo è chiesto anche ieri in tribunale Fabio Radicioni, dirigente dell’Istituto comprensivo Giulio Cesare di Osimo e parte civile nel processo per diffamazione incardinato contro due utenti Facebook, autrici - stando alla procura - dei commenti finiti al centro del dibattimento che ieri si è aperto davanti al giudice Tiziana Fancello. 

 
Il contesto


Le frasi considerate diffamatorie da Radicioni risalgono al 31 maggio del 2018.

Non è una data qualsiasi, bensì quella della condanna rifilata in abbreviato a una maestra d’asilo per abuso dei mezzi di correzione. Fatti risalenti ad almeno sei anni prima, quando la docente insegnava all’Istituto comprensivo diretto da Radicioni. Ebbene, quel 31 maggio era stata la mamma di un bambino che aveva subito i soprusi a scrivere un post liberatorio. La donna è stata sentita ieri in aula ed ha ripercorso alcuni passaggi del post (non c’erano né nomi, né l’indicazione della scuola), dove si sfogava contro l’insegnante («condannata a otto mesi ma non farai neanche un giorno»), le altre maestre («non mi hanno mai detto niente anche se sapevano tutto) e il preside che «sapeva tutto ma ha fatto in modo di mettere tutto a tacere».

Le due imputate, legate da un rapporto di conoscenza con l’autrice del post social e mamme anche loro, avevano commentato: «Complimenti preside, complimenti maestre, omertosi vili e complici. La ruota gira, l’anima e la coscienza sussurrano, urlano». E ancora: «Complimenti preside e maestre e genitori omertosi, vili, codardi». Un altro commento finito nel mirino della procura: «Provo tanta rabbia verso queste pseudo maestre i cui nomi secondo me dovrebbero essere resi noti ma soprattutto verso tutti coloro, preside per primo, che non hanno denunciato ma hanno permesso ai bambini di sopportare tutto questo». Parola, in aula, al preside, parte civile con l’avvocato Antonio Osimani: «Io neanche aveva Facebook - ha raccontato - mi era stata mandata una foto di quei commenti. Tutti avevano compreso che si riferivano a me e s’è scatenato il finimondo, tanto che nei due anni successivi la scuola ha avuto anche un calo di iscrizioni». 


La riflessione


Una riflessione personale: «C’è la convinzione che si possa dire tutto, comprese parole gravissime da persone che non conoscevo. Mi si accusava di aver fatto l’omertoso, ma non è vero, io ho segnalato e detto tutto, ho aiutato a fare giustizia, testimoniando e depositando le mie relazioni in procura e all’Ufficio scolastico». Le imputate sono difese dall’avvocato Fabrizio Naspi, devono ancora essere sentite. La prossima udienza a maggio. 

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