Esalazioni a Falconara, il ministro al sindaco: «Pronto all’incontro, quando vuole»

Pichetto Fratin: «Ho preso atto della questione, gli uffici stanno facendo le loro valutazioni»

Esalazioni a Falconara, il ministro al sindaco: «Pronto all’incontro, quando vuole»
Esalazioni a Falconara, il ministro al sindaco: «Pronto all’incontro, quando vuole»
di Gianluca Fenucci
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Sabato 3 Febbraio 2024, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 11:39

FALCONARA - «Sono disposto ad incontrare la sindaca in qualsiasi momento». L’apertura sul tema delle esalazioni all’Api di Falconara arriva direttamente dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto ieri nel corso di una visita al Parco del Conero di Sirolo. Le parole del ministro arrivano ad una settimana dalla manifestazione organizzata sabato scorso dalla cittadinanza per chiedere risposte sul tema.

L’interessamento

«Ho visto la questione» assicura Pichetto Fratin. «Gli uffici sono stati investiti del problema e so che stanno facendo tutte le valutazioni» continua il titolare dell’Ambiente.

Che conferma l’apertura ad incontrare la prima cittadina Stefania Signorini, anche se ritiene opportuno farlo una volta che saranno a disposizione «tutti gli elementi per poter valutare». Time out, facciamo lavorare gli uffici. Nel frattempo, a Falconara continua la protesta dopo l’anomalo picco di esalazioni segnalato nel periodo tra Natale e Capodanno scorsi. «Ad ora le risposte istituzionali pervenute nei primi giorni, successivi alla manifestazione, dalla giunta comunale e dal consiglio regionale ci appaiono insufficienti» scrivono i promotori di #fermiamoilDisastroambientale. «Mentre Comune, tavoli dei sindaci e Regione arrancano sordamente sulla questione dei monitoraggi della qualità dell’aria, le migliaia di persone che hanno manifestato sabato scorso chiedono ben altro» sottolineano i manifestanti. Che minacciano di arrivare fino a Roma, sotto la sede del ministero dell’Ambiente e della Salute, se necessario. L’ultimo ritorno di fiamma dell’affaire esalazioni risale agli ultimi giorni del 2023, quando un anomalo picco di odori nauseabondi ha colto di sorpresa i falconaresi.

Odori provenienti dalla raffineria Api, da anni al centro delle polemiche sull’inquinamento e sulla tutela della salute. «Sono state circa 70 le segnalazioni in pochi giorni per la presenza di esalazioni in tutto il territorio» ricordava lo scorso 3 gennaio la sindaca Signorini. Che proprio in quell’occasione aveva manifestato la volontà di incontrare Pichetto Fratin per fare il punto della situazione e cercare delle possibili soluzioni.

Anche la prima cittadina era scesa in campo per chiedere risposte. Il che apre a molteplici scenari. Di sicuro, il comitato dei cittadini non si fermerà. Tanto che annunciano di essere «di decidere in forma assembleare le prossime mosse insieme a tutti i promotori della manifestazione di sabato scorso».

«La raffineria non è in grado di limitare il danno permanente inflitto ed urge perciò la sospensione temporanea delle sue attività» è la misura draconiana richiesta nei termini di un «sequestro degli impianti senza facoltà d’uso». «Falconara per troppo tempo ha rappresentato un’area di sacrificio segnata inevitabilmente dal business della raffinazione e distribuzione fossile» ricordano. «Decenni di studi scientifici - conclude il comitato - attestano come nell’area vasta di Falconara e della bassa Vallesina le condizioni sanitarie siano critiche e non più accettabili».

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