​Ex promotore infedele
a giudizio per truffa e falso

​Ex promotore infedele a giudizio per truffa e falso
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Mercoledì 26 Marzo 2014, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 18:00
ANCONA - Oltre 540 mila euro di investimenti ricevuti da tanti clienti e anche da amici, andati in fumo. A tanto ammonta l'ammanco contestato ad Adalberto Magnante, 64 anni, ex promotore finanziario di Camerano, accusato di truffa e falso perch avrebbe fatto sparire risparmi di clienti dirottandoli in altri conti e compilando distinte di versamenti e bonifici non autorizzati. Magnante, difeso dall'avv. Marco Manfredi, è imputato in due processi davanti al giudice Paolo Giombetti, che verranno con ogni probabilità riuniti il prossimo 24 settembre. Dodici investitori beffati si sono costituiti parti civili e ieri, in aula, è iniziata la serie delle testimonianze di clienti disperati per aver visto fallire investimenti e sparire i risparmi di una vita. "Ho perso oltre 240 mila euro", ha riferito in aula un imprenditore metalmeccanico di Camerano che consegnò le ingenti somme al broker senza poi vederle più tornare nelle proprie tasche. Secondo il testimone, che non si è però costituito parte civile, il denaro sarebbe evaporato perché il broker non lo avrebbe investito secondo le sue indicazioni. Magnante, che aveva mandati da parte di tre banche del Nord Italia, avrebbe movimentato complessivamente, riguardo alle accuse mosse nei due processi, oltre 2 milioni di euro. L'accusa gli contesta però ammanchi per 540 mila euro consegnati tra il 2003 e il 2007 dai suoi clienti e svaniti tra il 2008 e il 2009. Lui sostiene di non aver fatto sparire il denaro e che le perdite scaturirono dai crolli dei mercati finanziari derivanti dalla crisi dei mutui subprime, estesa poi all'economia globale, quando colossi bancari e della finanza, come la Lehman Brothers che sembravano intoccabili, cedettero invece di schianto sulle borse mondiali. In uno dei due processi si sono costituite 12 parti civili; nell'altro, relativo al testimone sentito, nessuna. Le parti civili hanno chiesto la chiamata come responsabili civili di tre istituti di credito del Nord Italia per cui il promotore aveva il mandato. Secondo l'accusa, rappresentata in aula dal pm Stefania Carotti, l'uomo avrebbe fatto fare al denaro vorticosi movimenti: lo avrebbe fatto transitare su conti di altri risparmiatori, su propri e del Camerano calcio di cui era stato presidente. La procura gli contesta anche di aver compilato distinte di versamento di cui i clienti non riconoscono le firme, di aver effettuato bonifici non autorizzati. Ad un certo punto i pagamenti dei clienti iniziarono a ritardare e il broker non riuscì più a dare spiegazione sui conti correnti che si erano svuotati. Ora sarà il tribunale ad accertare se il promotore finanziario abbia raggirato i risparmiatori o fu, a sua volta, sopreso e danneggiato dalla terribile crisi finanziaria.
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