Missione Nasa, sulla luna nasce un data center

Grazie alla startup Lonestar la Dichiarazione d’indipendenza degli Usa sarà il primo documento digitale conservato sul satellite

Missione Nasa, sulla luna nasce un data center
di Angelo Paura
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 06:59

L'idea di una biblioteca che possa contenere e conservare per sempre il sapere dell’umanità ha ossessionato civiltà, scrittori, architetti e ingegneri in ogni epoca.

Ci sono esempi letterari come la Biblioteca di Babele, nella quale Jorge Luis Borges immagina l’intero universo del sapere contenuto in stanze infinite esagonali.

C’è l’esempio storico della biblioteca di Alessandria d’Egitto, descritta come la più grande e organizzata dell’antichità, distrutta diverse volte da incendi che hanno cancellato milioni di pagine di conoscenza. Molte aziende private e stati hanno costruito centri di conservazione dei dati nei luoghi meno raggiungibili e più sicuri del mondo: lo Svalbard Global Seed Vault conserva milioni di semi di piante; nelle Alpi svizzere i due bunker dello Swiss Fort Knox proteggono dati e informazioni per dare «accesso a lungo termine ai nostri asset culturali e scientifici».

LA MOSSA

Adesso la Nasa sta pensando di cercare un luogo ancora più sicuro rispetto a qualsiasi posto sulla Terra. Le missioni Artemis, le stesse che riporteranno l’uomo sulla Luna, tra le altre cose prevede un progetto con il quale capire se è possibile stabilire un data center sul satellite, una fortezza sicura e lontana dalle guerre e dalle crisi climatiche che nei prossimi anni potrebbero mettere a rischio la conservazione della memoria della nostra civiltà. E lo farà grazie a un accordo con Lonestar, una startup che ha sede in Florida che quest’anno ha raccolto cinque milioni di dollari per riuscire a sperimentare la soluzione. Qualche mese fa a New York, in una stanza piena di investitori, l’amministratore delegato di Lonestar, Chris Stott, ha cercato di spiegare meglio l’importanza della sua startup e di come la Silicon Valley potrebbe entrare in modo massiccio nel business dello Spazio: «La Luna è una piattaforma fantastica per questo. Non c’è clima, non ci sono cambiamenti climatici e le energie rinnovabili sono facilmente raggiungibili. Si può costruire qualcosa di favoloso lì». Il primo passo è previsto questo mese quando la startup trasmetterà una copia della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti sulla superficie della Luna: sarà il primo documento nella storia a essere conservato in forma digitale sul satellite della Terra. A questo punto Lonestar prevede di distribuire centri dati sulla Luna e in futuro di dare anche ai privati la possibilità di conservare i propri dati in un cloud lunare. La tecnologia alla base del progetto di biblioteca digitale dell’umanità è il Disaster recovery as a service(DRaaS), un modello di cloud computing che permette di recuperare i dati dopo un disastro. La missione prevede inoltre l’uso di blockchain per garantire ai dati un maggior livello di sicurezza e la loro autenticità. Tutta questa preparazione porterà a una missione prevista nel febbraio del 2024 in cui Nasa, Lonestar e l’Isola di Man invieranno un carico di dati sulla Luna sempre con l’obiettivo di comprendere se in futuro sarà possibile stabilire una base per conservare il sapere umano.

SPECIFICITÀ

Sull’Isola di Man c’è da fare un discorso a parte: infatti quattro delle principali 10 aziende di satelliti al mondo hanno sede sull’isola e il 14% degli oggetti lanciati nello Spazio dalla Gran Bretagna sono gestiti da società dell’Isola di Man, una piccola isola nel mar d’Irlanda con un governo locale indipendente e una popolazione di circa 80.000 persone. Questo grazie a una tassazione molto bassa, a regolamentazioni che favoriscono le startup del settore spaziale e a decine di anni di progetti del governo per riuscire ad attirare investimenti nello Spazio. La Luna è tornata al centro dell’interesse dei governi mondiali - con missioni di India, Cina, Giappone, Russia, Stati Uniti e Europa - attirando investimenti e sforzi di migliaia di startup tecnologiche. Ci sono progetti per creare basi stabili sulla Luna per poi esplorare il sistema solare, ma anche studi per estrarre minerali rari, ossigeno e acqua sia per sostenere la vita degli uomini sul satellite che per riportarli e usarli sulla Terra. Il problema è stabilire di chi è la superficie della Luna, che fino ad ora è stata governata dal Trattato sullo Spazio extraplanetario firmato nel 1967: prevede che nessuno stato si possa appropriare di una qualsiasi sua parte. E prevede che la gestione del satellite avvenga attraverso un patto globale tra gli stati, come del resto l’idea di una futura base per conservare tutto il sapere umano: potrà essere realizzata solo attraverso regole e un coordinamento internazionale.

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