La storia siamo noi. Anzi. È lui. Matteo Berrettini giocherà domenica la finale di Wimbledon, primo italiano da quando, ben oltre un secolo fa, iniziò l’avventura dei Championships. Nel giorno del compleanno di Adriano Panatta, a 45 anni dal successo di Adriano al Roland Garros. Da non credere ai propri occhi da commuoversi. Quella di domenica sarà la giornata più italiana mai vissuta all’ombra di Buckingham Palace: alle 15 la finale di Wimbledon alle 21 l’Italia di Mancini sfiderà i padroni di casa nella finale dell’Europeo. Chi avrebbe mai potuto sognare tanto?
Berrettini nella storia
Matteo ha valicato la porta della storia del tennis e forse non solo schiacciando nella semifinale Hubert Hurkacz 6-3 6-0 6-7 6-4.
E ancora quando, nel suo turno di servizio sul 5-4 a suo favore, ha commesso il primo e unico doppio fallo di una partita durante la quale ha messo a segno 21 aces: uno di quei momenti in cui le certezze possono incrinarsi anche nelle teste di chi ha abitudine e reggere carichi di ansia mostruosi. Eppure Matteo non ha battuto ciglio, ha ripreso a servire in modo costante e preciso e si è aggiudicato l’incontro al secondo matchpoint.
La rinascita sul verde
Due anni dopo quel match contro Federer in cui non toccò palla, stramazzò per terra colpito dalla tensione più che dalle asperità del terreno. Vent’anni dopo uno dei successi più romanzeschi della storia di Wimbledon, quello in cui Goran Ivanisevic si aggiudicò il titolo dopo aver goduto di una wildcard per entrare in tabellone.
«Quella partita contro Roger è stata un po’ diversa da questa ma mi ha aiutato a essere qui oggi. Domenica ci sarà anche la Nazionale di calcio e io porterò la bandiera italiana. Ci devo credere, no?».
Certo che ci devi credere, Matteo. Sempre.
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