FERMO Di fronte ad una folla di tifosi che da tempo non era così massiccia sugli spalti della Cops, ieri pomeriggio è iniziata la carriera del Mirko Savini allenatore in proprio. Quarantasei primavere da compiere fra una manciata di giorni, l’ex difensore romano che aveva mollato di recente mister Cristian Bucchi – per dodici anni era stato nel suo staff – ha deciso di accettare una sfida impavida scendendo per la prima volta in vita sua nel mondo dei dilettanti.
Il ritorno
Sperando che la Fermana sia il trampolino giusto anche stavolta, ricordando quando al Recchioni divenne beniamino a suon di prestazioni tra il 2000 e il 2002, nei gialloblù all’epoca allenati dal suo padre putativo D’Adderio, poi da Dino Pagliari ed Ortega.
Savini troppo forte per la C1. Il romano po’ terzino un po’ centrale salì infatti in B con l’Ascoli, per poi raggiungere l’apice con Fiorentina, Napoli, Palermo (51 gettoni in A) e addirittura preliminari di Europa League con i greci del Paok Salonicco. Un viaggio da 360 tappe nei professionisti, chiusosi abbastanza presto alle soglie dei 32 anni. La seconda vita l’ha trascorsa all’ombra del marchigiano Bucchi, conosciuto ai tempi del Napoli – quanti futuri allenatori nella squadra di Reja, top De Zerbi tra Premier e Ligue 1, flop Domizzi in Eccellenza Emilia Romagna dopo i primi scricchiolii nella Fermana 2021-22 -: da collaboratore e vice dell’ex bomber, Savini ha masticato tutte le categorie, dalla Lega Pro con la Maceratese sino alla A con il Sassuolo, reputandosi pronto ora per iniziare a marciare da solo. Sembra di riassaporare un po’ la stessa patata bollente messa nelle mani di Andrea Mosconi l’anno scorso in C: esattamente la stessa posizione di classifica nonostante la categoria inferiore – l’ultima -, esattamente lo stesso numero di gare al termine della regular season – otto -, con la speranza che non finisca in tragedia come dieci mesi fa. Il “Mosco”, che a 180’ dal termine era riuscito ad entrare nei playout salvo poi perire al cospetto di Juventus U23 e Pescara, è tornato in D e rincrocerà la Fermana tra pochissimo col suo Termoli. Savini, invece, di retrocedere non se lo potrebbe permettere: chiamatelo mister “coraggio”, come quando in campo incrociava i tacchetti con i più grandi campioni senza indietreggiare. Qualche compagno per andare in guerra, a dir la verità, ce l’ha avuto: Angelo Di Livio e Chiellini a Firenze, Lavezzi ed Hamsik a Napoli, Cavani, Kjaer e Miccoli a Palermo. Ora dovrà allenare Brandao e Sardo, Tomassini e Valsecchi, ma anche quel Francesco Karkalis che nel 2015-16 vide all’opera proprio nella Maceratese di Bucchi arrivata altissima in Lega Pro. Nove anni orsono, Karkalis era un terzino sinistro di spinta – 27 presenze -, ora lo ritrova stopper. E se lo riportasse alle origini? Difficile, al momento, individuare che tipo di modulo predilige il Savini tecnico, che da calciatore ne ha viste tante e da collaboratore pure.
Le certezze
Impossibile, invece, sperimentare adesso: il tempo non ce n’è. Il mister può incidere solo nella testa dei giocatori e nell’intensità delle sedute che ultimamente si era un po’ persa e che ieri è tornata alta. Alla Cops è stato accolto dalla famiglia Simoni, dal nuovo direttivo e dal tandem di direttori Paolucci e Ruggeri. Subito tanta palla tra possessi e partitine con particolare cura nel pressing e nelle scalate difensive. Ci son voluti tre giorni per trovare il terzo mister stagionale – Savini ufficializzato nella serata di mercoledì -, ne mancano due per la trasferta di Teramo.