La sopravvivenza
Ed i dati resi noti da Ropi, in termini di sopravvivenza, lo dimostrano: per il tumore ovarico, ad esempio, la sopravvivenza a 3 anni è del 65% se l'intervento è effettuato in strutture specializzate, ma cala al 44% in quelle con un volume di interventi sotto la soglia minima. Per il tumore del seno, invece, la sopravvivenza a 5 anni è dell'83,9% nei centri con alti volumi di interventi (ovvero sopra la soglia minima fissata a 150 interventi l'anno), ma scende al 78,8% nelle strutture che effettuano 99-50 interventi l'anno e cala ancora al 74,9% in quelle con meno di 50 interventi l'anno.
🔵#AGENAS è intervenuta presso il @MinisteroSalute
— Agenas (@Agenas_Salute) February 24, 2023
📌Convegno organizzato da #ROPI Rete #oncologica #pazienti Italia per la nuova edizione “Dove mi Curo?”, che ha come base di riferimento i dati del Programma Nazionale Esiti dell’Agenzia. #PNE #tumori
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«Avere una mappa di centri con i maggiori volumi di attività è dunque fondamentale», commentano soddisfatte le associazioni dei pazienti, che considerano questo progetto un punto di riferimento. «Nel caso del tumore al seno ad esempio», afferma Giorgia Capacci, presidente dell'Associazione Oltre il nastro rosa, «conoscere i centri dove le ricostruzioni mammarie hanno liste di attesa più brevi, dove la chirurgia plastica è d'eccellenza, può davvero essere dirimente nel risultato del percorso per una donna». Scegliere dove curarsi sulla base di dati oggettivi è cioè il primo passo nella direzione giusta. Perchè «poter contare su un 'luogò dove si ha la certezza di essere operati da mani esperte - conclude Claudia Santangelo, presidente dell'Associazione 'Vivere senza stomaco… si può!' - spesso fa la differenza tra vivere e morire».