Epatite nei bambini, sulle cause è ancora giallo, e per ora l'Italia non sembra coinvolta nell'emergenza. Ciò che preoccupa però è il sostanziale nulla di fatto sulla individuazione delle cause dei casi di epatite di origine misteriosa nei bambini, anche se un sospetto colpevole c'è ed è l'adenovirus.
Riguardo alla situazione «non ci sono grandi novità, rimangono sul piatto varie ipotesi» ma «se dovessi dare delle percentuali: al 90% è legato all'adenovirus» ha detto all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova. «Ricordiamo - prosegue - che l'adenovirus nei bambini dà un quadro leggero come una infezione simil respiratoria.
L'infettivologo chiarisce che «non vanno agitate le persone» perché «in tutto il mondo sono stati segnalati meno di 200 casi negli ultimi mesi, numeri importanti ma ancora limitati». Infine, secondo Bassetti, «l'argomento va studiato a livello di diagnostica molecolare, anche per dare una spiegazioni ai genitori con figli colpiti dall'epatite acuta. Possiamo escludere, e su questo voglio essere chiaro, il vaccino anti-Covid perché la maggior parte dei bambini colpiti non era vaccinato», conclude.
Sulle epatiti acute dei bambini, che hanno creato preoccupazioni soprattutto in Gran Bretagna, in questa fase «siamo molto concentrati sulla realtà nazionale per cercare di capire meglio la situazione epidemiologica e avere le antenne tese. Ma non abbiamo nuovi dati. Ad oggi il fenomeno non sembra essere arrivato in Italia: i casi di epatiti a eziologia sconosciuta fino ad ora descritti non sono superiori a quelli dell'ultimo triennio», dice invece all'Adnkronos Salute Giuseppe Maggiore, direttore di Epatogastroenterologia, nutrizione e trapianti di fegato dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
«Al momento non abbiamo un unico 'sospetto privilegiatò come causa di queste malattie, ma molti - continua Maggiore - questo perché le indagini sono state fatte in maniera molto approfondita nei casi che abbiamo avuto. E si è trovato, per esempio, l'adenovirus nel sangue, in alcuni casi nelle feci. Non è stato individuato un fattore unico, anche perché le analisi sono state fatte in maniera molto 'spintà e quindi si è evidenziato anche ciò che normalmente non emerge. È come l'indagine sul luogo del delitto: in questo momento c'è una folla di presenze ma va ancora individuato il vero colpevole, ora ancora misterioso e ben nascosto». Maggiore sottolinea che «il livello di attenzione è alto nel nostro Paese. C'è una sorveglianza a livello istituzionale, professionale e di società scientifiche. Ogni settimana facciamo il punto della situazione, difficile che possa sfuggirci l'eventuale arrivo di questo fenomeno», conclude Maggiore.
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