Cercansi disperatamente anestesisti nel Lazio. Ne mancano almeno 200 da aggiungere ai 1.350 in attività, senza i quali la Regione non riuscirà ad aprire gli 80 posti letti di terapia intensiva in più annunciati nei mesi scorsi e di fatto non ancora operativi per mancanza di personale. Quello dell’assenza di medici per la rianimazione - semplicemente non ci sono sul mercato - è un problema atavico della sanità italiana: si sconta il combinato disposto tra blocco del turn over e numero chiuso nelle facoltà di medicina. Le selezioni aperte in questo momento sono risultate un flop e non è bastato richiamare i pensionati. «Ci vorranno almeno 5 anni per recuperare il tempo perso», spiega il professor Quirino Piacevoli, presidente Aaroi-Emac. Il tema però diventa più cogente con i malati Covid che nel Lazio stanno prendendo d’assalto le terapie intensive, sempre più vicine alla saturazione: l’ultimo bollettino sanitario del Lazio parla di 379 posti già occupati, vicini al tetto massimo di 450 previsto nella cosiddetta fase 4 dell’organizzazione ospedaliera.
Senza contare che già oggi, in queste strutture, non viene rispettato lo standard minimo di presenza, cioè un medico ogni 4 pazienti.
IL BOLLETTINO
Intanto la curva dei contagi tra Roma e Lazio non sembra arretrare. Sempre l’ultimo bollettino ci dice che, a fronte di 37mila test tra antigenici e molecolari, i nuovi positivi sono 1.593, dei quali 856 nella Capitale. Più in generale si sono avuti 32 decessi (-13 rispetto alle 24 ore precedenti), 1.696 i guariti, mentre crescono i ricoverati: sono 3.029, quasi mille in meno rispetto ai 4mila letti disponibili.