PESARO - Era stato uno dei primissimi casi a livello regionale in cui era scattato il divieto di avvicinamento con tanto di braccialetto elettronico “d’urgenza”. Il primo nella provincia. La nuova legge contro la violenza sulle donne è entrata in vigore il 9 dicembre ed era stato applicato appena pochi giorni dopo a un 29enne di Pesaro. Si tratta di un dispositivo applicato “d’urgenza” per prevenire eventuali condotte estreme. In pratica se il soggetto si dovesse avvicinare alla donna, arriverebbe un segnale alle forze dell’ordine, così da poter intervenire.
La ricostruzione
Per la procura il ragazzo avrebbe procurato ansia e paura nella sua compagna durante la loro convivenza.
La ragazza era finita al pronto soccorso da cui era uscita con 20 giorni di prognosi. Reato di lesioni che si sarebbe configurato anche in un’altra circostanza quando lui l’avrebbe sbattuta contro il bracciolo del divano (2 giorni di prognosi). Un contesto in cui i due vivevano insieme e lui prometteva di cambiare. Di qui l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza privata per averle impedito di scendere dall’auto. L’uomo avrebbe ridefinito i contorni della vicenda nell’alveo di litigi. Quanto alla rottura del naso, si sarebbe difeso dicendo che voleva chiudere la portiera per evitare che cadesse in strada. Un gesto veloce, tanto da colpirla con una gomitata, inavvertitamente.
La prevaricazione
La ragazza non ha presentato querela, ma ha ricostruito il clima di prevaricazione, ansia e paura dei mesi della convivenza davanti alle forze dell’ordine dopo l’episodio dell’auto. In questi mesi il giovane, seguito dall’avvocato Matteo Mattioli, ha iniziato un corso di recupero per uomini maltrattanti e ieri ha patteggiato 2 anni con pena sospesa a condizione che completi il corso. Il ragazzo ha ancora il braccialetto elettronico, misura che l'avvocato Mattioli ha chiesto di rimuovere.