Un ventennio di angherie e violenze sulla moglie: il giudice lo condanna a più di tre anni

Un ventennio di angherie e violenze sulla moglie: il giudice lo condanna a più di tre anni
Un ventennio di angherie e violenze sulla moglie: il giudice lo condanna a più di tre anni
di Luigi Benelli
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Giovedì 25 Novembre 2021, 07:10

PESARO - Storie di maltrattamenti e violenza sessuale. Donne trattate come oggetti di esclusiva proprietà. Due casi che sono finiti ieri davanti al gup di Pesaro, con epiloghi diversi, ma comuni denominatori. Il primo riguarda un 25enne italo argentino che è stato rinviato a giudizio ieri mattina con l’accusa di atti persecutori, violenza sessuale e lesioni.

Il fatto scatenante il 31 maggio alle 6,30 quando il ragazzo si era presentato dalla ex con la quale aveva avuto una relazione di tre anni, terminata da qualche mese. Si è arrampicato fino al balcone della sua camera a Case Bruciate, poi ha sollevato con forza la tapparella. Qui è nato un corpo a corpo con la ragazza che ha cercato di spingere la finestra per tenerlo fuori. Lui è entrato in casa forzando e ha iniziato a colpire la 23enne con calci e pugni (3 giorni di prognosi). Poi l’ha presa per i capelli e portata in bagno dove le ha schiacciato la testa nel bidet con forza. Il tutto condito da frasi come “Ti ammazzo”. In casa c’era anche un amico di lei, che a sua volta è stato aggredito (5 giorni di prognosi). Fu arrestato dai carabinieri.

Gli atti persecutori

Un episodio che ha fatto emergere tutto il pregresso tra i due. Lui è accusato di atti persecutori per via degli insistenti messaggi inviati alla ex con minacce e insulti di ogni tipo. Una gelosia ossessiva che ha prodotto nella giovane un perdurante stato d’ansia e di paura. Già, perché in casa ci era entrato già almeno quattro volte approfittando delle finestre aperte. E in alcune di queste occasioni avrebbe consumato dei rapporti sessuali contro la volontà di lei. «Visto che fai sesso con altri lo devi fare anche con me» le avrebbe detto.

Una spirale perversa fatta di pedinamenti, appostamenti, controllo sulle frequentazioni tali da far temere la ragazza per la propria incolumità. L’imputato è difeso dall’avvocato Carlo Scalpelli, mentre la parte offesa si è costituita parte civile tramite l’avvocato Alessandro Pagnini.

L’altro caso riguarda una donna di 50 anni che dopo 20 anni di prevaricazioni ha deciso di denunciare il marito 53enne ai carabinieri. L’uomo era accusato di maltrattamenti in famiglia, violenza privata e violenza sessuale. Durante l’incidente probatorio la signora ha ricostruito anni di botte e ingiurie tali da far scattare nella signora uno stato d’ansia e prostrazione. Ma anche pretese sessuali divenute routine a cui la donna non riusciva ad opporsi. Lui le controllava persino il serbatoio della benzina per caprine gli spostamenti. Anche i figli si sarebbero frapposti alle violenze fisiche. L’uomo, disoccupato e dipendente dal reddito della moglie, era stato arrestato finendo nel carcere di Villa Fastiggi. Ieri il rito abbreviato con il pm che ha chiesto la condanna a 6 anni. Il giudice ha condannato l’uomo per la violenza privata e maltrattamenti a 3 anni e 4 mesi e lo ha assolto per la violenza sessuale. La donna si è costituita parte civile tramite l’avvocatessa Cecilia Ascani. Il giudice ha disposto un risarcimento di 1.000 euro e la signora devolverà la somma a favore dell’associazione Percorso Donna. Ascani è pronta a fare appello sull’assoluzione per la violenza sessuale. L’avvocato Antonio Comberiati, difensore dell’imputato si dice soddisfatto e presenterà appello.

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