Azienda servizi alla persona, il direttore di Jesi modello per Fano: «Occorrono sempre partecipazione e consenso»

Azienda servizi alla persona, il direttore di Jesi modello per Fano: «Occorrono sempre partecipazione e consenso». Nella foto Franco Pesaresi
Azienda servizi alla persona, il direttore di Jesi modello per Fano: «Occorrono sempre partecipazione e consenso». Nella foto Franco Pesaresi
di Osvaldo Scatassi
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Lunedì 18 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:33

FANO - La nascita di un’Azienda pubblica per i servizi alla persona si fonda su due colonne: «Partecipazione e consenso». Lo afferma Franco Pesaresi, il direttore dell’Asp a Jesi.  Un modello apripista nelle Marche, che l’Ambito territoriale sociale 6 si appresta a seguire, non senza forti contrarietà fra le associazioni del terzo settore.

È comunque previsto che fra pochi giorni, il 25 settembre prossimo, il consiglio comunale di Fano sarà convocato per ratificare la nuova gestione associata delle politiche sociali. Stessa procedura devono seguire gli altri 8 Comuni membri dell’Ambito.

La casa di tutti

Pesaresi premette di non voler interferire con il lavoro altrui, però l’esperienza acquisita in fatto di Asp gli permette di fornire consigli. «Un’Azienda per i servizi alla persona – argomenta – ha bisogno di grande partecipazione e grande consenso. Ne ha bisogno sempre, fin dal primo momento, e non soltanto oggi oppure in futuro. È indispensabile che ognuno si senta come a casa propria, perché è una garanzia di successo e di continuità, quindi di sviluppo. Tutti interagiranno per fare in modo che l’Azienda funzioni al meglio, tutti vorranno confermarla. A volte capita che, ai cambi di guardia, la politica decida di rimuovere quanto sia stato realizzato in precedenza, ma fare un passo avanti e due indietro è una perdita di tempo e uno spreco di energie. A maggior ragione ciò non deve accadere per una realtà che si occupa delle persone più fragili e più bisognose di aiuto».

Partecipazione e consenso sono dunque fondamenta solide su cui costruire. Nel percorso verso l’Asp riguardante i 9 Comuni dell’Ambito fanese le associazioni del terzo settore hanno però messo in discussione proprio l’aspetto del coinvolgimento e della condivisione, definendolo come minimo latitante. Ma tutto ciò è un tema locale.

Adesione trasversale

«Anche nel nostro caso – prosegue Pesaresi – ci sono stati gli entusiasti e ci sono stati anche gli scettici. Con generosità e con impegno si è riusciti a fare in modo che tutti avessero una buona ragione per stare nell’Asp. Le scelte sono approvate all’unanimità: destra, sinistra o civici. La politica della partecipazione porta all’unità nella struttura ed è una cosa che mi rende molto orgoglioso».

L’Asp di Jesi riunisce ventuno Comuni, è guidata da un consiglio di amministrazione a cinque e i componenti hanno deciso per l’incarico a titolo gratuito. «Condivido – argomenta Pesaresi – l’operazione avviata dall’Ambito sociale 6, che trovo bella e coraggiosa. I vantaggi sono infatti innegabili, come dimostra in termini oggettivi il fatto che l’Asp di Jesi sia diventata, dal punto di vista del bilancio, la realtà sociale più grande delle Marche. L’esercizio 2024 ammonterà infatti a circa 30 milioni, erano 10-11 nella fase iniziale».

«Crescita ogni anno»

«Il tasso di crescita - sottolinea il direttore Pesaresi - è stato pari, in media, a un milione e mezzo ogni anno. La marcia in più dell’Asp consiste nella possibilità di fare massa critica, che consente di accedere a ogni tipo di bando e avere il personale necessario. Piccoli e grandi Comuni hanno le stesse opportunità, cosa che non avveniva prima, e si è più competitivi: i servizi costano meno rispetto al passato grazie a economie di scala. Bisogna essere convenienti, perché questa è la vera sfida, altrimenti la missione è fallita».

Forse la parola Azienda può trarre in inganno», afferma Franco Pesaresi, aggiungendo: «Magari si può pensare che la struttura punti a fare utili e a distribuire dividendi, ma non è affatto così. Se a fine anno avanzasse qualcosa, sarebbe infatti riversato sulle attività. L’Asp serve per velocizzare le risposte alle esigenze e per essere efficienti. Efficienza non è una parolaccia, è invece una cosa positiva. Se ci sono decisioni importanti da prendere, lo si fa nell’arco di una giornata. Gli aspetti qualificanti sono, dunque, dinamismo ed efficienza».

Pesaresi è stato invitato al consiglio monotematico sul progetto di Fano dei giorni scorsi, convocato a Fano per cercare una sintesi (al momento non sembra riuscita) tra fautori e critici dell’Asp per la gestione associata delle politiche sociali nei 9 Comuni dell’Ambito sociale 6.

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