«Ok il Green pass ma non possiamo fare i vigilantes»

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Venerdì 7 Gennaio 2022, 05:05
IL REPORTAGE
MACERATA Obbligo di Green pass dal primo febbraio al 15 giugno per lavoratori e clienti di negozi e centri commerciali mentre non servirà per accedere a supermercati e negozi alimentari considerati per la vendita di beni di prima necessità. Tanto per i lavoratori, quanto per i clienti, sono queste le nuove regole disposte dal governo Draghi per arginare la risalita dei contagi. Titolari e responsabili di queste attività non ritengono che tali misure avranno un impatto tale da stravolgere quella che, oramai da mesi, è divenuta una prassi, quella di mostrare il certificato verde, a cui i maceratesi si sono oramai abituati.
Il commento
«Oramai l'uso del Green pass è entrato nell'abitudine giornaliera di tutti noi cittadini anche per prendere un caffè al bar - dice Gianluca Tittarelli, direttore del centro commerciale Val di Chienti a Piediripa - per cui credo che sia una cosa con cui imparare a convivere e pensare che si tratta di una misura che comunque ci può aiutare ad uscire da questa pandemia con la quale sono oramai anni che abbiamo a che fare. Io credo che questo sia il vero tema: non è tanto essere favorevoli o meno a questo provvedimento, bensì puntare l'attenzione sull'uscita dal Covid che sta danneggiando da troppo tempo la vita sociale di tutti noi. Io mi attengo a quello che mi viene detto da chi ritengo che adotti tali norme a beneficio della collettività: abbiamo fatto in passato la diversificazione dei percorsi, la sanificazione, l'igienizzazione, il controllo sull'uso delle mascherine ed adesso faremo anche il controllo sugli accessi nel nostro centro commerciale a chi ha il Green pass: del resto abbiamo anche un bel periodo di tempo per organizzarci visto che si inizierà dal primo febbraio». Anche per quello che concerne i negozi si guarda all'adozione del Green pass per entrare senza particolari preoccupazioni confidando sull'abitudine oramai consolidata delle persone con la certificazione verde. «Innanzitutto la maggior parte delle persone sono vaccinate sottolinea Stefania Meletani commerciante del centro storico - per cui non credo che ci troveremo ad affrontare problemi particolari anche con questo nuovo obbligo. Sui controlli può risultare un po' antipatico chiedere ai nostri clienti abituali di mostrare il Green pass quando entrano in negozio, però lo faremo cercando di trovare il giusto modo per non essere troppo invadenti. Del resto questo strumento è entrato oramai nella vita quotidiana e dobbiamo tutti farci i conti. D'altro canto non mi va neppure di protestare o dire che così non va bene, perché la situazione dei contagi è così drammatica che sarebbe come mettere la testa sotto la sabbia e non vedere tutto quello che ci circonda da mesi. È una norma che si spera possa contenere questa pandemia dalla quale vogliamo tutti uscire al più presto».
La critica
Amedeo Patrassi, storico commerciante del centro di Macerata, contesta il fatto che il provvedimento deciso entri in vigore tra più di venti giorni e non immediatamente. «Se questa è la decisione del Governo bisognava adottarla subito sottolinea il titolare di Bulli & Pupe -. Per il commercio un miglioramento non c'è di sicuro, mi auguro che porti effetti benefici per la salute dei cittadini, questo sì. Ma se c'è bisogno di questo Green pass per andare nei negozi allora bisognava farlo subito, non aspettare più di tre settimane. Già la situazione non è bella, le persone sono impaurite e spaesate, anche oggi (ieri, ndr) che è festa c'è pochissimo movimento in negozio. I controlli all'ingresso? Questo può creare motivo di tensione con il cliente e poi non credo che il non vaccinato vada a farsi un tampone per venire ad acquistare una maglia in negozio».
La posizione
Alfio Caccamo, direttore del parco commerciale Corridomnia, invoca la vaccinazione obbligatoria per tutti invece di interventi tampone che poi ricadono sulle spalle di chi lavora. «È l'unica strada attacca Caccamo -. Lo Stato deve prendersi le sue responsabilità perché non posso essere io come parco commerciale a sobbarcarmi l'onere dei controlli che, nel caso del Corridomnia, significa mettere un vigilante all'ingresso di ogni negozio, quindi 25 in tutto, visto che non c'è la galleria da noi ma ci sono ingressi singoli. Già la situazione economica è pesante con i due anni di pandemia, aggravare i costi della struttura quando gli incassi sono fortemente diminuiti non è possibile. Che ci dia lo Stato allora le risorse per farlo. Poi che tipo di controllo fare: se il cliente non vuole mostrare il Green pass che gli possono fare i vigilanti? Invece con l'obbligo vaccinale per tutti si annullerebbero le file per fare i tamponi e potrebbe circolare solo chi è vaccinato senza dover fare tutti questi controlli a spese di chi lavora».
Mauro Giustozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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