GLI ESERCIZI
MACERATA Bar e ristoranti sempre più in crisi con l'arancione,

3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Gennaio 2021, 05:04
GLI ESERCIZI
MACERATA Bar e ristoranti sempre più in crisi con l'arancione, c'è chi è rimasto chiuso per tutta la settimana e chi ha visto meno movimento del solito. La speranza, per tutti, è che il colore possa cambiare prima possibile: sarebbe una boccata d'ossigeno, un po' di respiro per la categoria, dopo chiusure forzate e restrizioni. Lavorare così è dura, e non solo per i registratori di cassa. Lo è anche per l'umore. Rassegnati e abituati in qualche modo con le incertezze, ora gli addetti ai lavori si trovano a fare i conti con un nuovo calo di incassi.
La chiusura
«Questa settimana siamo rimasti sempre chiusi ha detto Gabriele Liberti, proprietario dell'agriturismo Roccamaia a Pievebovigliana Per motivi di distanza e di logistica non lavoriamo né con l'asporto né con il delivery e abbiamo deciso di restare chiusi direttamente. Nei giorni gialli c'era stato movimento, la gente era uscita. Ci speriamo nel giallo, come pure speriamo però che se fosse duri per un po' di tempo, e non soltanto una settimana». «Questa settimana è stata pietosa ha detto Luca Leonardi del Caffè Maretto, in piazza XX settembre, a Civitanova Andata anche peggio del solito. La gente gira ma non ha soldi da spendere, e poi gli incassi si fanno con le consumazioni da seduti. Non con una persona che entra per un caffè, una brioche o un Estathè da portare via. Così è tutto complicato, gli incassi sono veramente bassi. Gialli? Non vedo l'ora se così fosse. Servirebbe per far ripartire tutto, anche se sarebbe comunque difficile. Ma almeno, anche poco. Sarei felice anche per i dipendenti. È frustante ritrovarsi senza sapere cosa fare, ritrovarsi senza fare nulla. Può andare bene un mese, ma non di più. È psicologicamente dura».
La scelta
«In zona gialla ci siamo adeguati, ora siamo chiusi e facciamo solo asporto e consegna a domicilio nei fine settimana ha detto Marco Scarpetta del ristorante Raphael Beach sul lungomare Sud, a Civitanova Il menù è ridotto, serve soltanto per restare in contatto tra di noi dello staff e con i clienti. Non lo si fa per gli incassi, per un ritorno economico, ma solo per questo, per restare insieme. Siamo in tanti a proporre lo stesso tipo di servizio e la richiesta, dunque, è ben spalmata tra tutti coloro che propongono questo genere di servizio. Diverso è il caso delle gastronomie storiche, dei sushi e dei locali di street food che già lo facevano da sempre. Questo è il mestiere loro. Noi ristoratori lavoriamo in un altro modo, c'è il lavoro sul piatto, il lavoro sul locale. Ed è ben diverso da mettere le pietanze in una scatola da portare via. Noi ci siamo in qualche modo riconvertiti a lavorare in questo modo ma non può essere, certo, la soluzione». «Obiettivamente si lavora meno ha detto Aldo Zeppilli, titolare del Bar Centrale a Macerata Il ristorante lavoricchia con i pranzi da asporto per chi è in ufficio durante la settimana e chi lavora da queste parte e scende per prendersi e portarsi via un caffè, ma il livello di lavoro rispetto a prima è imparagonabile ora che siamo arancione. Lo scorso fine settimana, in giallo, c'era movimento, anche nei negozi. Ora la città si è svuotata, in giro ci sono molte meno persone e di questa situazione ne risentiamo tutti, dai bar ai negozi. Con l'asporto vietato dopo le 18 c'è stato un grosso calo». «Stare con il bar aperto non conviene nemmeno ha detto Nicolò Perticarini, titolare del Vintage Cafè e di Vicolo Marte, nella zona del borgo marinaro a Civitanova Speriamo nel giallo, come si sente dire. Sarebbe per noi una boccata d'ossigeno».
Chiara Marinelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA