Gli avanzi delle mense scolastiche destinati alle famiglie più povere

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Giovedì 27 Giugno 2019, 05:04
L'ASSISTENZA
MACERATA Potenziare la rete del territorio dedita all'erogazione di pasti in favore di soggetti o di nuclei familiari fragili o in precarie condizioni economiche e ospiti delle case famiglia o di alloggi sociali del Comune da un lato. Dall'altro riconvertire a finalità sociali gli sprechi alimentari delle mense scolastiche delle scuole primarie del territorio comunale. Questi gli obiettivi del progetto C'è un pasto per te mense bio per il sociale deliberato dalla giunta comunale che partirà a settembre a livello sperimentale nella mensa della scuola di via Fratelli Cervi per successivamente poi estendersi a tutte le altre sedi scolastiche che dispongono di un servizio mensa (sono 13 quelle delle scuole comunali).
La necessità
Il fenomeno emergente della cosiddetta nuova povertà obbliga a ridefinire linee di intervento che, partendo dalle risorse territoriali esistenti, mirino ad estendere e a potenziare la rete dei soggetti in grado di fornire ed erogare servizi. Proprio seguendo questa logica, una particolare attenzione progettuale da parte della giunta è stata posta alla sensibilizzazione contro gli sprechi, a partire dalle mense scolastiche che quotidianamente forniscono pasti agli studenti delle scuole primarie nel territorio comunale. L'idea è quella di promuovere una distribuzione parallela di pasti con un processo di adozione diretta nei confronti di singoli o di famiglie in difficoltà, che previa segnalazione del Comune, possono beneficiare di un pasto giornaliero d'asporto erogato dalla mense scolastiche.
Il regolamento
La donazione del cibo non consumato a mensa è peraltro regolamentata dalla legge 155 del 2003, che appunto disciplina la distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale. Il progetto prevede una fase di sperimentazione della durata di quattro mesi. In questa fase sarà attuato dalla mensa scolastica di via Fratelli Cervi per un asporto massimo giornaliero di 5 pasti. Spetterà ai Servizi sociali individuare i beneficiari del progetto così da organizzare la distribuzione del pasto, con calendarizzazione settimanale. L'erogazione dei pasti avverrà presso la mensa scolastica utilizzando l'accesso riservato ai fornitori nei giorni che vanno dal lunedì al venerdì alle ore 13.40. In questa fase la distribuzione del pasto è circoscritta agli operatori del servizio di assistenza domiciliare indicati dalle assistenti sociali del servizio servizi alla persona. Questi operatori si occuperanno del ritiro e della consegna dei pasti alle persone dagli stessi assistiti siano essi singoli, che ospiti delle case famiglia.
L'impegno
«È un lavoro di squadra che mette assieme gli istituti comprensivi di Macerata, i comitati mensa, gli uffici dei Servizi sociali del Comune e l'Unità operativa mensa scolastica sottolinea l'assessore comunale alle scuole e nidi d'infanzia Stefania Monteverde -. L'idea è quella di prima selezionare le persone che provenendo dai Servizi sociali hanno le peculiarità per accedere al progetto e possono accedere alle scuole per, utilizzando appositi contenitori, portarsi via un cibo che, attenzione, non è quello che avanza dai piatti degli scolari ma ciò che avanza del cucinato di quella giornata della mensa. Si innesta questa forma di economia circolare che da un lato pone attenzione allo spreco alimentare da combattere in ogni modo e che viene incontro alle necessità di chi ha più bisogno. Si inizierà con una prima fase sperimentale in una scuola e, dopo questi primi quattro mesi, si valuteranno i risultati e si potrà capire se e come estendere il progetto, anche ad anno scolastico in corso, a tutte le altre 13 mense presenti in città nelle scuole d'infanzia, primarie e medie che sono sotto il controllo del Comune e che potrebbero offrire una valida risposta alle necessità delle persone che sono in difficoltà. Nonché un'etica del rispetto del cibo che spesso finisce nei rifiuti organici e che invece non andrebbe mai sprecato».
Lo studio
L'assessore Monteverde sottolinea poi come sia stato studiato un percorso particolare, anonimo, verso coloro i quali potranno recarsi a ritirare il contenitore col cibo nelle mense scolastiche. «Questo è un aspetto cui teniamo molto conclude l'assessore comunale - perché non è facile psicologicamente per nessuno andare a prendere il cibo a scuola. Per questo abbiamo costruito un canale di grande riservatezza e la possibilità per la persona di accedere al ritiro del contenitore in forma molto discreta».
Mauro Giustozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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