«Se ne parlava ai tempi del deposito di sabbia ma per un percorso sterrato e non carrabile»

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Lunedì 23 Ottobre 2017, 05:00
LA PROTESTA
FERMO Lungomare alternativo o sfregio all'ambiente? Le associazioni ecologiste non hanno dubbi e prendono posizione contro la nuova strada. L'arteria è quella presentata nei giorni scorsi dal Comune e che lambisce la strada ferrata a Marina Palmense, collegamento fra la spiaggia principale della frazione e il lato nord dell'ampio territorio selvaggio che la divide dal porto di Porto San Giorgio. A contestare il progetto sono le associazioni ambientaliste di Fermo Lipu, Legambiente, Italia Nostra e Circolo River Keeper.
La mobilitazione
Parlano di «preoccupazione e disapprovazione per la decisione dell'amministrazione comunale», ricordano che «l'area da sempre viene considerata di necessaria e ineludibile vocazione ambientale, paesaggistica e naturalistica, e per questo vincolata dal Codice dei beni culturali e dallo stesso Piano regolatore vigente», si domandano come si «possa pensare di conciliare un nastro di asfalto, e quindi pur sempre consumo di suolo, per di più con una linea di illuminazione pubblica, a ridosso di un'area che deve mantenere, tutelare e valorizzare la sua identità ecologica e i suoi pregi naturalistici». Insomma: quella strada non s'ha da fare. «Nel passato - ribadiscono le associazioni ambientaliste - si pensava di tracciare un'arteria in quel punto, ai tempi del deposito di sabbia, ma si trattava di un percorso sterrato e non carrabile. Del resto basta guardare la cartina per vedere che questa sarebbe una strada che va dal niente al niente: qual è la destinazione? Il mare no di certo, in quanto si trova 350 metri più a est. Il camping ha la sua strada di servizio dalla parte opposta. Il futuro ponte tra Fermo e Porto San Giorgio dovrà forse sorgere in asse con questa strada, 600 metri più avanti, ma dovrà essere solo ciclo-pedonale».
L'obiettivo
La domanda è: qual è «il senso di una strada asfaltata e carrabile in quella posizione, se non un inutile e gratuito sfregio a ogni specificità naturalistica di quell'area? Notiamo poi un'altra caratteristica negativa di questo tracciato: i vari progetti di riqualificazione naturalistica di quell'area illustrati negli ultimi anni all'amministrazione prevedono tutti un recupero dei corsi d'acqua storici che segnavano una rete idrica - e quindi biologica - tra la collina e la linea di costa, quelli salvati alla memoria dalle carte del 1877 di Luigi Salvadori; una strada asfaltata sulla linea nord-sud metterebbe una pietra tombale su quelle progettualità, evidentemente considerate inutili dal Comune. Inoltre si nota che il tracciato in questione, che si sviluppa per gran parte su suolo libero, si affianca a un'area che il Prg identifica come Area progetto, potenzialmente suscettibile di trasformazioni urbanistiche. Potrebbe, quindi, intendersi questo intervento infrastrutturale un primo passo per una trasformazione di quella parte di Marina Palmense in senso edificatorio?».
Lo sviluppo
Lipu, Legambiente, Italia Nostra e Circolo River Keeper si chiedono se, a questo punto, «dovremmo intendere proprio questa ipotesi nella ripetuta affermazione dell'amministrazione comunale a un impegno per lo sviluppo di Marina Palmense? Appare chiarissimo come lo scopo di questo intervento sia anche simbolico: un messaggio negativo per tutti coloro che ancora oggi insistono nel voler difendere l'ambiente ed anzi valorizzarlo, e incrementare il valore e la fruizione ecologica di quell'area».