Scarpe fermane opere d'arte ma gli acquisti non decollano

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Venerdì 20 Settembre 2019, 05:04
IL MICAM
FERMO Il Micam ci ha confermato quello che sapevamo: che le scarpe fermane sono dei capolavori, vere opere d'arte e come tali si ammirano ma non si comprano perché i consumatori finali non hanno soldi nel portafoglio. Che l'export verso la Russia sta crollando di nuovo, che il terzismo di lusso sembra l'unica soluzione a breve termine alla crisi della scarpa marchigiana, che gli imprenditori sono tutti sulla stessa barca, per usare una frase pronunciata dal presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico Valentino Fenni, si agitano, chiedono aiuto ma la barca è ancora ferma e non ha preso una direzione. Che ci sono delle realtà ben strutturate e organizzate ma ancora non sono trainanti del distretto, anche perché alcune di loro, producono all'estero.
L'edizione numero 88 del Micam, quella dei 50 anni del salone, si è chiusa con la presenza di 44.076 operatori, di cui il 60% internazionali, che hanno potuto scoprire in fiera le proposte di 1303 aziende espositrici. Le presenze sono scese del 3% rispetto all'edizione di un anno fa. Una sostanziale tenuta visti i tempi che corrono con lo spettro Brexit, le proteste di Hong Kong e altri fatti che contribuiscono a destabilizzare la serenità internazionale e a chiudere il portafoglio dei compratori. Sul fronte internazionale confermata una fortissima presenza proveniente dalla Cina e da Hong Kong, resa possibile dal periodo non caratterizzato dalle festività in questi Paesi; è stato registrato un forte incremento dalla vicina Svizzera. In tenuta sostanziale i mercati tradizionali europei, mentre un calo a doppia cifra arriva dalla Russia e Ucraina.
Flusso significativo
«In tanti hanno notato un flusso meno significativo di presenze, in particolare dall'estero» dichiara il presidente della Cna di Fermo Paolo Silenzi. «Tuttavia il distretto si è presentato ancora una volta al meglio. Numerose le imprese che hanno giustamente puntato su qualità, ricerca e sostenibilità, fronti su cui Cna è impegnata per sostenere le aziende e fornire gli strumenti utili ad affrontare le dinamiche di un mercato in costante mutamento». Negli stand degli espositori fermani si è inevitabilmente parlato di Area di Crisi Complessa: «Un'opportunità che sarà colta al meglio se ci saranno i progetti, che attireranno risorse. Significa che per riqualificare il distretto bisogna aiutare le imprese a creare progetti concreti e cantierabili. Ecco perché le chiavi per affrontare sia la congiuntura che la call in scadenza a fine mese restano per noi internazionalizzazione e innovazione, per migliorarsi nella comunicazione, investendo nella digitalizzazione delle aziende».
Servizi e consulenze
Cna ribadisce la necessità di una struttura che metta a fattor comune le best practices del territorio, collegandole direttamente al mondo del lavoro e dell'occupazione: «Potenziare servizi e consulenze su innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione, progettazione e formazione professionale è fondamentale» afferma Giammarco Ferranti, responsabile Cna Federmoda di Fermo e Macerata. Presente al Micam anche una delegazione della Carifermo per ascoltare le esigenze delle singole realtà e conoscere in modo più approfondito e diretto l'attuale situazione del settore. «Con la nostra presenza vogliamo confermare la vicinanza ed il sostegno fattivo al settore calzaturiero ed alle imprese dell'area fermano-maceratese soprattutto in questo momento cruciale per il settore trainante dell'economia del nostro territorio» afferma il direttore generale Ermanno Traini.
Massimiliano Viti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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