L'ECONOMIA
FERMO La nuova generazione nella calzatura fermana, le sfide che dovrà

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Martedì 19 Ottobre 2021, 05:05
L'ECONOMIA
FERMO La nuova generazione nella calzatura fermana, le sfide che dovrà affrontare e le possibili strade per un brillante futuro tra flessibilità, personalizzazione e digitale. Formazione, credito e dimensione aziendale rappresentano le questioni più urgenti da affrontare. «La terza generazione sta entrando in azienda. E' molto preparata sul web, settore in cui abbiamo intenzione di investire perché lo consideriamo imprescindibile per il futuro» afferma Gennarino Trotti, seconda generazione del calzaturificio Bruno Trotti di Monte Urano (marchio Lemaré) fondato nel 1954. La pandemia è costata il 45% del fatturato, complice la caduta del mercato Usa. Qui è entrata in gioco la flessibilità: «Abbiamo spostato il nostro focus sull'Europa. Quando il mercato Usa si riprenderà avremo due strade per crescere» afferma Trotti secondo cui, per il distretto, il credito è la questione più impellente da superare in questo momento. Anche nel calzaturificio Marino Fabiani di Fermo, da tempo è presente la seconda generazione con le sorelle Sara e Tanya, figlie dell'imprenditore che ha dato il nome all'azienda. «Il futuro? Stiamo cercando alternative - dice lo stesso Marino Fabiani - al mercato russo che è sempre stato il principale».
Il momento
«Ci stiamo provando ma non è facile, soprattutto in questo momento. E stiamo puntando sulle nostre abilità manuali per soddisfare le richieste dei clienti. Siamo diventati l'equivalente di una sartoria» conclude Fabiani, secondo cui la fine della proroga delle scadenze dei mutui e prestiti e la situazione geopolitica sono i maggiori rischi di oggi. «Il web? A oggi funziona per la scarpa di volume e non per quelle di qualità». Web o non web? Samuele Camerlengo, 40 anni, del calzaturificio Lorenzi di Fermo, si schiera per il sì con una precisa strategia: «Vendere online modelli esclusivi che vengono esclusi dagli altri canali di distribuzione». Diversificare i mercati, sviluppare la brand awareness sono le sfide che attendono il calzaturificio. Ma ce n'è un'altra che attende tutto il settore: la formazione. «Il problema di ricambio generazionale c'è già e tra qualche anno potrebbe essere ancora più incombente, a mano a mano che i dipendenti più anziani vanno in pensione» afferma Camerlengo secondo cui il 2021 è più complicato del 2020.
Il motivo
«L'anno scorso - spiega - avevamo a disposizione degli aiuti, ora dobbiamo fare affidamento solo con le nostre forze. Alcuni clienti hanno chiuso e dobbiamo trovare il modo di rimpiazzarli». Gianluca Tombolini, 48 anni, seconda generazione del calzaturificio Fru.it di Porto Sant'Elpidio, deve fare i conti con un mercato premium che si è assottigliato: «Qualche anno fa impiegate e commesse erano le nostre clienti. Ora non ci sono più perché la clientela o si è spostata verso l'alto di gamma o verso il basso. E anche i negozi multimarca e indipendenti sono sempre di meno in Italia». Per il futuro Tombolini punta su servizi offerti da una struttura agile e flessibile: «Riusciamo a essere puntuali con le consegne e a offrire la personalizzazione della calzata» osserva.
Gli sviluppi
Proprio l'evoluzione dei servizi sarà il mantra dei prossimi anni. «Punteremo di più sulla vendita diretta ed è inevitabile guardare alle vendite online» confessa l'imprenditore che concorda sull'emergenza-formazione del distretto, colmata da aziende cinesi e personale straniero. «Innovare la produzione? Non oggi. Oggi è il momento in cui devi stare molto attento ai costi per cui un investimento si fa solo se strettamente necessario».
Massimiliano Viti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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