«I costi siano sostenibili o le imprese chiudono»

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Mercoledì 20 Febbraio 2019, 05:04
L'INTERVISTA
FERMO Verso il 2033 con nuovi traguardi da raggiungere e obiettivi da portare sui tavoli dove si decide, quelli nazionali. Questo l'obiettivo da parte di Capacchione, presidente nazionale balneari.
I 15 anni ottenuti sono sufficienti e da dove ripartire? «Questo differimento della scadenza delle concessioni rappresenta una boccata d'ossigeno . E' il primo passo nella giusta direzione, quella di mettere in sicurezza questo settore importante per il nostro Paese. Il primo passo da fare adesso è trasformare questa norma di legge in provvedimento amministrativo e cioè i titoli concessori devono avere questa nuova scadenza. Ciò permette alle imprese di programmare investimenti, dettati anche dalla necessità di contrastare il fenomeno erosivo che ha danneggiato e distrutto impianti balneari».
Lei sembra ottimista
«Tutti i balneari italiani sono ormai impegnati a risolvere il problema della precarietà delle loro aziende. Abbiamo avuto 10 anni per maturare le soluzioni a questi problemi. Ci sono tutte le condizioni per portare in porto la messa in sicurezza».
Troverete una soluzione definitiva sui pertinenziali?
«C'era già un accordo tra le due forze di governo, c'era la volontà manifestata di portare una norma sospensiva delle decadenze e della riscossione coattiva ma è solo provvedimento cautelare. Il provvedimento di merito è quello di una rideterminazione dei canoni all'interno di una ridefinizione della parte economica delle concessioni».
La consapevolezza del rilievo del settore per l'economia non è dunque solo degli addetti ai lavori?
«Chi è a contatto con la realtà di tutti i giorni si rende conto che è inconcepibile precarizzare un settore così importante. Tutti i comuni della costa italiana vivono grazie ai servizi che vengono forniti e non è pensabile sostituire i servizi con nulla. Il primitivismo è anacronistico. Bisogna avere anche le cose più elementari, a partire dai servizi igienici che hanno un costo ed è giusto che venga supportato dall'utente e non dal contribuente. Impensabile che la balneazione avvenga senza servizi».
Quanto pesano Iva e Tari?
«Sono certezze che si tramutano in incertezza sul futuro e in una precarietà dell'azienda. Come istituzioni e come operatori, il ragionamento è complessivo. I costi per le imprese devono essere sostenibili, altrimenti l'impresa chiude. Non si può guardare solo al canone se non si considera la sovrattassa regionale e gli altri costi. C'è un lavoro da fare ma in tempi brevi. Noi abbiamo una lunga durata ma se i costi sono insopportabili, è tutto inutile. Si sono accumulati problemi a causa della latitanza delle politica ad affrontarli. Oramai siamo giunti ad uno snodo e questi problemi devono essere affrontati qui ed ora».
Per l'erosione il problema principale sono le risorse?
«Le risorse ci sono, anche consistenti. Il problema è avere progetti efficaci non per porzioni limitate del territorio ma per unità fisiografiche, ovvero territori più ampi sui quali incide lo stesso fenomeno. Il progetto deve essere fatto su questa scala, 57 le unità fisiografiche che sono state individuate in tutta Italia e vanno oltre i confini amministrativi. Servono progetti efficaci, procedure semplificate e risorse. Se c'è un quadro di certezza anche le imprese balneari possono essere interessate in queste misure di contrasto dell'erosione».
s. m.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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