IL BY NIGHT
ANCONA Ancona by night perde i pezzi. L'esodo del weekend verso

3 Minuti di Lettura
Domenica 16 Febbraio 2020, 05:05
IL BY NIGHT
ANCONA Ancona by night perde i pezzi. L'esodo del weekend verso Civitanova e Senigallia porta i dorici su altri lidi, mentre in città il ritrovo per l'aperitivo e il dopocena è sempre Piazza del Papa. Intorno poco o nulla. Salvo gli eventi estemporanei come Portobello o Palombellissima. Azzerata la musica dal vivo che non trova i suoi contenitori. La questione è più sottile di quanto sembra: la domanda c'è, ma latita l'offerta. Imprenditori di settore impauriti e scoraggiati dalle stringenti leggi? Il giro di vite post-Corinaldo rende tutto più difficile? Fatto sta che a 20km a nord o a sud si balla. Ad Ancona, invece, si vive l'effetto Footloose.
La scommessa
Ma c'è chi sarebbe pronto a scommettere sulla movida anconetana. Fuori dal coro In giro la litania è sempre la stessa: mancano i locali, le proposte non sono accattivanti, per trovare un po' di intrattenimento bisogna andare fuori. Un atteggiamento che spesso snobba anche quel poco di offerta autoctona. «Ma è sempre così - dice Francesco Rossetti, titolare del Mamamia e del Noir si tende a considerare migliori le proposte al di fuori del proprio territorio. Succede ovunque. Ma la questione è un'altra. Chi è che si lamenta davvero? I ragazzi che usufruiscono delle discoteche? O gli operatori che non trovano una collocazione?». C'è chi sostiene che il pubblico dorico abbia perso l'abitudine a frequentare i locali. «Non credo sia così - continua Rossetti - io, ad esempio, non avrei alcuna preclusione ad investire su Ancona. Dev'essere chiaro che ognuno deve pensare a fare il proprio mestiere. Non sono le amministrazioni cittadine a dover aprire i locali. Non è mai esistita la discoteca statale. Sono gli imprenditori a doversi mettere in gioco. Vuoi aprire una discoteca? Prendi la licenza. Per prendere la licenza bisogna essere a norma. E per essere a norma occorre investire. Non è difficile il concetto».
Orfani dei club
Una volta la città pullulava di proposte. Dai concerti ai dj set di ogni genere, in contesti tra i più vari. Certo, la maggior parte dei contenitori erano piuttosto borderline. Un controllo dopo l'altro, sono spariti tutti. O sono tornati alla vocazione d'origine. «Qui manca il clubbing afferma il dj Gabry Mata, del Tales c'è poco da fare. Sembra di stare in un paradosso in cui sia stato censurato il ballo». Il paragone con il film Footloose e Beaumont, il piccolo paese di provincia che ha bandito la musica rock, il ballo, è tanto calzante quanto assurdo. Non resta che tentare un dialogo con le istituzioni. «È quello che auspichiamo continua Gabry Mata presto s'insedierà il nuovo questore, e chiederemo un incontro per discutere della situazione». Di certo le idee non mancano, gli operatori neanche. «Siamo tanti commenta il dj e organizzatore Paolo Camangi, in arte Apeless tante figure diverse, ciascuna con la propria professionalità e specificità in questo settore. Ma mancano gli imprenditori che abbiano serie intenzioni di investire per aprire nuove attività. O per lo meno sono troppo pochi».
Arte e quartieri
Alcuni eventi estemporanei sono la luce in fondo al tunnel. Portobello, Palombellissima, Hip Nic sono appuntamenti periodici che s'innestano nelle aree abbandonate o meno sfruttate della città. Qui si porta musica, street art e street food. Un mix di offerte e opportunità che incontra sicuramente la domanda dei tanti fruitori. Un linguaggio contemporaneo che serve soprattutto a riqualificare aree poco attraenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA