Beirut, l'enorme doppia esplosione che ha scosso la capitale del Libano avviene ad appena tre giorni dal verdetto del tribunale speciale incaricato dall'Onu di condurre le indagini sul micidiale attentato in cui quindici anni fa, sul lungomare di Beirut, venne assassinato l'ex premier Rafik Hariri, e 21 altre persone. Sotto processo, in contumacia, ci sono quattro membri di Hezbollah, il potente movimento sciita filo-iraniano alleato di Damasco, e il 7 agosto la Corte, con sede all'Aja, annuncerà se sono innocenti o colpevoli. Si tratta di un verdetto, a lungo atteso, ma anche temuto perché potenzialmente potrebbe scuotere di nuovo alle fondamenta il Libano, già alle prese con la peggiore crisi economica degli ultimi decenni, che ha lasciato quasi la metà della popolazione in povertà, aggravata inoltre dall«epidemia di Covid-19.
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Beirut, il video dell'esplosione
In questo quadro, inoltre, negli ultimi giorni c'è stata anche una nuova fiammata di tensione con Israele, che ha affermato di aver sventato un tentativo di infiltrazione da parte di un commando armato formato da cinque guerriglieri di Hezbollah. L'assassinio di Hariri, il 14 febbraio 2005, noto come l'attentato di San Valentino, fu realizzato con una enorme carica di 3.000 chilogrammi di esplosivo caricata su un camion-bomba. L'attentato innescò da subito violente e ripetute proteste di massa a Beirut e in tutto il resto del Paese. E anche una forte ondata di pressioni internazionali che costrinsero infine la Siria a porre fine, dopo 29 anni, alla sua presenza militare nel Paese, dopo che l'indagine delle Nazioni Unite la collegò con l'attentato.
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Widespread damage after huge blast in Lebanese capital Beirut
The cause of the explosion, near the city's port, is not yet known
Live updates: https://t.co/GseFssadEY pic.twitter.com/ZYqiu49FiD— BBC News (World) (@BBCWorld) August 4, 2020
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Nel giro di poche settimane, Damasco, il 26 aprile dello stesso anno, riportò a casa il suo contingente di 40.000 soldati.
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