La ricetta del sottosegretario regionale Salvi: «Su specifiche prestazioni si può ricorrere al privato»

La ricetta del sottosegretario regionale Salvi: «Su specifiche prestazioni si può ricorrere al privato»
La ricetta del sottosegretario regionale Salvi: «Su specifiche prestazioni si può ricorrere al privato»
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 10 Gennaio 2024, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 12:04

ANCONA L’investitura ufficiale è prevista per domani a Fermo. Ma lui ha già iniziato a prendere confidenza con il suo nuovo, delicato, incarico. Aldo Salvi, ex primario del Pronto soccorso e della Medicina d’urgenza dell’ospedale di Torrette, è stato scelto dal governatore Francesco Acquaroli quale sottosegretario alla presidenza della giunta, con deleghe tutte tarate sulla sanità. Lunedì ha partecipato alla sua prima riunione con i vertici del settore e il primo punto all’ordine del giorno, neanche a dirlo, ha riguardato il governo delle liste di attesa andate fuori controllo. Una strada decisamente in salita quella di Aldo Salvi, che però non si tira indietro: «Non ho ancora un programma concreto sulle singole attività, ma ho sicuramente le idee che metteremo in atto a stretto giro», la promessa fatta ieri a margine della conferenza a Palazzo Raffaello alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alessandro Morelli.

Il nuovo inizio

La prima conferenza nei nuovi panni. «So che abbiamo poco tempo per partire - ammette Salvi - ma faremo ogni sforzo per dare più efficienza alla sanità marchigiana».

A partire, appunto, dal nodo gordiano numero uno: il totem delle liste di attesa. «Su questo stiamo facendo la ricognizione di quanto fatto finora - definisce il percorso il sottosegretario - e stiamo elaborando dei piani per incrementare l’attività. Dobbiamo investire in idee e risorse». Risorse non solo economiche, ma anche - e soprattutto - umane, perché è impossibile aumentare la produzione di attività ambulatoriali e chirurgiche se all’appello mancano medici e infermieri. Ma intanto, per abbattere i tempi di attesa, almeno in alcune prestazioni, una mano attesa potrebbe arrivare dalle strutture private. Anche se Salvi traccia un perimetro piuttosto netto attorno ad esse: «Sfrutteremo il pubblico al massimo delle sue possibilità perché abbiamo risorse e una qualità garantita. Con questo però non voglio dire che non si possa ricorrere, su specifiche prestazioni, al privato». Da usare, per quanto possibile, con parsimonia. Se le liste di attesa rappresentano il nemico pubblico numero uno, c’è anche un’altra grande questione che porta i cittadini a percepire la sanità come disfunzionale, anche se poi, nella qualità delle cure fornite, non lo è affatto: i lunghissimi tempi di attesa nei Pronto soccorso, front office degli ospedali che Salvi conosce molto bene, avendone diretto per anni il più complesso a livello regionale. «In questo momento stanno pagando il notevole aumento delle richieste anche in termini di necessità di ricovero, essendo un periodo ad elevata morbilità, per le persone anziane in particolare», l’analisi del medico sottosegretario, che poi allarga lo zoom inquadrando un altro problema non da poco del sistema sanitario: «I Pronto soccorso pagano anche la carenza di personale, ma in base alle loro disponibilità, stanno lavorando bene».

La pagella

Definite le priorità, ora il sottosegretario dovrà iniziare a tradurre la teoria nella pratica, declinando in azioni concrete i tanti compiti che il governatore Acquaroli gli ha affidato. Ma Salvi guarda oltre l’orizzonte cupo delle varie criticità che stanno indebolendo il sistema: «Lo stato di salute della nostra sanità è globalmente buono». Si guarda al bicchiere mezzo pieno, insomma, ma si può - e si deve - fare di meglio.

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