Un Piano Marshall per abbattere le liste d’attesa. Bene. Ma ammesso - e non concesso, fino a prova contraria - che si riesca nell’impresa, non basta questo a risanare un sistema sanitario in affanno, nelle Marche come nel resto d’Italia. L’elenco dei nervi scoperti è molto più lungo di così e oltre alle criticità che riguardano un po’ tutti i territori, nella nostra regione ci sono peculiarità a perimetro provinciale. Per la declinazione geografica delle storture sanitarie, partiamo dalla provincia del Nord, con l’Ast 1 di Pesaro Urbino che si trova sulla prima linea del fronte nella guerra alla mobilità passiva. Guerra che le Marche continuano a perdere e che in 10 anni ha drenato 400 milioni di euro al nostro sistema sanitario.
Il fronte del Nord
Il Pesarese, da tradizione, risulta maglia nera regionale anche a causa della vicinanza geografica alle gettonate cliniche romagnole. I pazienti marchigiani infatti vanno oltreconfine soprattutto per ricoveri ordinari e specialistica ambulatoriale e l’Emilia Romagna ha la più alta capacità attrattiva: le sue strutture ospedaliere erogano circa il 50% dei ricoveri di residenti marchigiani che decidono di migrare oltre confine per curarsi. Difficile invertire il trend. Ci sta provando l’infaticabile direttrice dell’Ast 1 Storti, già guida della fu Asur. Ma non è facile gestire la situazione dell’Azienda, alle prese anche con il complesso inglobamento dell’ormai ex Marche Nord e il tetris dei posti letto tra i vari ospedali.
I front office sguarniti
Proseguendo nel viaggio si arriva alla provincia di Ancona, dove convivono l’Ast 2 e le due aziende ospedaliere superstiti, ovvero Torrette ed Inrca. A parte le difficoltà di un sistema uno e trino, l’Ast dorica deve fare i conti con un problema che riguarda anche altri territori ma che qui colpisce più duramente: la carenza di medici e personale nei Pronto soccorso. Le criticità maggiori a livello regionale si registrano nei reparti front office degli ospedali di Jesi e Senigallia (oltre al Murri di Fermo), che stoicamente resistono nonostante i numeri al lumicino.
L’appuntamento
Arriviamo poi alla provincia di Fermo: nel capoluogo è oggi previsto un Consiglio comunale aperto sulla sanità a cui prenderanno parte anche il governatore Acquaroli e l’assessore Saltamartini. Potrebbe essere l’occasioni per avere risposte sui nodi da sciogliere del territorio. A partire dai nuovi ospedali di Fermo e Amandola: i lavori sono ormai ai titoli di coda, ma restano i dubbi sulla dotazione di macchinari e personale. E ancora: nonostante le rassicurazioni dell’Ast 4, da tempo è polemica sui tempi lunghi per il reparto di Emodinamica al Murri e l'arrivo del robot chirurgico, dove si registrano anche problemi per la presenza di alcuni reparti con primari facente funzione. Ultima ma non in ordine di importanza, la Provincia di Ascoli: qui manca il personale sanitario per smaltire la domanda di prestazioni e le liste di attesa di allungano. La direttrice dell’Ast 5 Natalini ha scritto alle strutture private del territorio per chiedere una mano (e uno sconto del 5%). Ad ogni territorio la sua specifica criticità, insomma. Ma nel puzzle sanitario regionale, è il quadro generale a far scattare più di un campanello d’allarme.