ANCONA - Sintomi di ripresa nel 2021, con un “rimbalzo” per le Marche ancor più sensibile rispetto alla media italiana. Ma un 2022 ancora da decifrare, con dati di tendenza non sempre incoraggianti. Questo è lo spaccato che emerge per la nostra regione dal Rapporto Regionale Pmi 2023 realizzato da Confindustria e Cerved con UniCredit che analizza i conti economici delle circa 160mila Pmi italiane, basandosi sui dati di consuntivo del bilancio 2021 e offrendo stime per il 2022, con i modelli predittivi economico-finanziari di Cerved.
In ripresa
Nelle Marche erano 4.785 le Pmi attive nel 2021, in crescita sia rispetto all’anno precedente (+4,6%) che rispetto al 2019 (+4,7%).
Quadro debole
«Le nostre imprese stanno vivendo un momento complicato - commenta Roberto Cardinali, Presidente Confindustria Marche - segnato dall’indebolimento del quadro congiunturale, in particolare per l’industria manifatturiera, e dalla persistente inflazione, con il conseguente aumento repentino dei tassi d’interesse. Il continuo rialzo dei tassi si ripercuote sul costo dei finanziamenti alle imprese e, indirettamente, sul credito richiesto e concesso, così come sugli investimenti». Anche Banca d’Italia – ha proseguito Cardinali – nel Rapporto sull’economia delle Marche 2022 presentato di recente ha confermato che la domanda di prestiti bancari si è nettamente ridotta nel secondo semestre 2022 e per le imprese il calo ha riguardato soprattutto la componente di finanziamento degli investimenti mentre le condizioni di accesso al credito sono diventate più stringenti soprattutto nella seconda parte dell’anno, sia per le imprese sia per le famiglie.
«Per aiutare le imprese a crescere – ha affermato Gianni Tardini, presidente Piccola Industria Confindustria Marche – è necessaria una politica economica e industriale di medio-lungo periodo, che preveda sia interventi orizzontali per la creazione di un contesto più favorevole alla competitività, sia interventi più mirati per consolidare il ruolo delle Pmi nelle filiere produttive, a sostenere le imprese ad affrontare i costi di trasformazione green, digitalizzazione, ricerca e innovazione e formazione delle competenze necessarie». Un’occasione più unica che rara viene dal Pnrr, ha ricordato Cardinali. «Un’opportunità storica, la cui attuazione deve essere mirata a costruire un Paese moderno, efficiente, inclusivo e sostenibile».