A Pesaro c'è D'Alema
ma non il suo partito

A Pesaro c'è D'Alema ma non il suo partito
di Lolita Falconi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Settembre 2014, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 16:34
PESARO - Hotel Savoy, la sala pienissima in attesa che arrivi Massimo D'Alema. Le sedie non bastano a contenere tutti. C'è curiosità, non molto entusiasmo. Intanto non ci sono i pezzi grossi del Partito democratico espugnato dieci mesi fa da Matteo Renzi e dai renziani. Non si vede nessuno dei parlamentari del Pd, nè Camilla Fabbri nè Alessia Morani che giocano in casa ma neanche l'ex dalemianissimo Oriano Giovanelli.



Il sindaco Matteo Ricci ha una cena a cui non può mancare e arriva quando scorrono i titoli di coda, l'ex sindaco Luca Ceriscioli saluta e se ne va senza assistere al dibattito. Mancano i giovani, quelli che fino a un anno fa stravedevano per il lider maximo e che, pur non avendo vissuto per questioni anagrafiche le vicende del Pci-Pds-Ds scimmiottavano a livello locale, i suoi atteggiamenti, ne condividevano le decisioni e non mettevano mai in discussione le sue posizioni. Un secolo, sembra passato un secolo.

Ad accoglierlo a Pesaro, dove viene intervistato nell'ambito della festa dell'Unità da Umberto De Giovannangeli, c'è l'ex parlamentare dei Ds Pietro Gasperoni insieme al segretario provinciale Giovanni Gostoli e poi Vimini e Carnaroli. Che si guarda intorno e sembra, per la verità, un pesce fuori d'acqua pur stando tra persone del suo partito. Il pubblico è composto perlopiù da vecchi militanti. Alcuni arrivano da Genzano di Roma, riempiono mezza platea. Si parte ricordando Marcello Stefanini, a cui la festa è dedicata, a dieci anni dalla sua scomparsa. Viene proiettato un video che racconta dell'ex amatissimo sindaco di Pesaro. "La sua vita - ha ricordato D'Alema - è stata testimonianza di bella politica. Dico forse parole fuori moda ma è così. Lui si è messo alla guida del partito durante Tangentopoli ma lo ha fatto perchè doveva difendere un'idea di politica che sembrava non più dominante nel Paese. Ha vissuto quella vicenda con grande partecipazione e senso di responsabilità". Da Pesaro alla politica estera, ai venti di guerra che spirano, alla spirale di odio e di violenza. "Non credo che stia iniziando la terza guerra mondiale. Ma non c'è dubbio che il mondo vive conflitti immensi che devono essere affrontati dalle maggiori potenze con fermezza e intelligenza. Non abbiamo interesse ad un'escalation militare ma bisogna spingere l'attuale leadership ucraina a trattare una soluzione accettata dalla minoranza russa". D'Alema torna anche sui temi che in questi giorni hanno scaldato il dibattito politico. Su tutti Federica Mogherini, lady Pesc. "Faccio i miei auguri a Federica", dice rispondendo ad una specifica domanda. "Gli auguri devono essere sinceri...", gli dicono dal pubblico. "Più di averglieli fatti per tre volte!", dice lui.



Si cambia argomento. "Sui risultati del governo ho detto che non sono soddisfacenti. Mi hanno detto che sono rancoroso semplicemente perché ho detto la verità e ho letto i dati Istat. C'è un'urgenza sociale drammatica che dovrebbe essere colta. Ne vogliamo discutere? Mi hanno risposto con gli insulti. Non ho nulla e non chiedo nulla. Come è possibile che se dici: parliamo, ti dicono che vuoi le poltrone? Una leadership è forte non quando organizza squadre di picchiatori. Ero preoccupato ma le risposte hanno aumentato la mia preoccupazione. Il Patto del Nazareno? E' un patto privato di cui neppure noi dirigenti conosciamo i contenuti. Ci sarà almeno un diritto di accesso alle informazioni?". Ma perché non parla con Renzi, gli chiedono dal pubblico. "Con lui ci parlo ma parlo anche con il partito. Non è un fatto personale". Infine: "Non ho dubbi sul fatto che bisogna misurarsi con nuovi mezzi. Il problema non è questo. Un partito è un insieme di valori. Io vedo uno spostamento a destra dell'asse politico del partito. Ragazzi di vent'anni che la pensano come me ne conosco tanti. Magari pochi sono invece quarantenni". E la frecciata è per i Giovani Turchi. Un tempo dalemiani. Oggi renziani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA