Federico, 33 anni, guida la spedizione
nelle terre inesplorate del Nepal

Federico Agostinelli
Federico Agostinelli
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 20 Settembre 2019, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 10:46
ANCONA - Un passo dopo l'altro per 133 chilometri, arrampicandosi e discendendo con un dislivello complessivo di 11.200 metri. Missione Nepal per 9 esperti italiani specializzati in speleologia, climatologia, geologia, scienze naturali, marketing, comunicazione e turismo sostenibile: una spedizione per osservare i cambiamenti climatici, un'esperienza pilota che potrebbe aprire la strada alla scoperta delle zone del pianeta che rischiano di scomparire perché minacciate anche dall'azione dell'umo. Domenica il team partirà da Fiumicino. Zaino in spalla pure per Federico Agostinelli, 33 anni di Mondavio in provincia di Pesaro Urbino, membro del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico.

 

Il team
Una guida esperta e tecnico soccorritore che partirà per questa avventura con Mauro Cappelletti - guida ambientale e ideatore del progetto assieme a Stefania Gentili -, Dario Gentili, antropologo, Giovanni Negro, pilota di parapendio, Laura Amori, esperta di musica indiana e di cultura orientale, Paolo Rossi, geologo, Chiara Elisabetta Chiri, documentarista, e la blogger Valentina Miozzo. «Staremo 3 settimane in Nepal - spiega il marchigiano Agostinelli - e precisamente nella regione del Mustang, perché l'obiettivo è analizzare zone del Pianeta che rischiano di scomparire a causa dei cambiamenti climatici. Il trekking vero e proprio durerà una decina di giorni e l'obbiettivo finale è quello di documentare come gli abitanti locali siano costretti ad operare scelte forzate in funzione dei cambiamenti climatici. Questo viaggio si inserisce in un progetto più ampio, che si chiama Sulla via del Dolpo ed è il primo di una serie di percorsi che ci porteranno a scoprire luoghi che rischiano di scomparire». Federico Agostinelli si è avvicinato a questo progetto grazie all'amicizia con Mauro Cappelletti, conosciuto all'Associazione italiana guide ambientali escursionistiche: «Già a quei tempi sognavamo di potere realizzare un progetto del genere, poi Mauro mi ha chiamato ed ora eccomi qui, pronto a partire con il resto del gruppo».

Passione e lavoro
La guida marchigiana è riuscita a trasformare una passione in lavoro: ha fondato Marche Trek attraverso il quale si occupa di educazione ambientale e organizza suggestive escursioni nel territorio marchigiano, dal mare alla montagna. «Sono particolarmente entusiasta di prendere parte a questo viaggio, si concretizza finalmente l'impegno di mantenere alta l'attenzione su alcune zone del nostro pianeta a rischio di estinzione». Il gruppo partirà nel primo pomeriggio di domenica, primo scalo a Instanbul e poi in volo fino Katmandu, dove resterà il tempo necessario per le operazioni burocratiche e per ritirare il permesso di accesso al Mustang. Il viaggio si svilupperà proprio lungo la valle del Kali Gandaki fino ad arrivare a Lo Manthang. «Visiteremo la scuola Amchi Lo Kunphen di medicina tradizionale tibetana, basata sull'uso di erbe officinali, che da anni è impegnata nella scolarizzazione dei bambini della valle, e nella formazione di medici che si prenderanno cura delle piccole comunità locali. Percorrendo l'antica via dei mercanti raggiungeremo Luigi Fieni, che da 20 anni sta dirigendo importanti lavori di restauro di affreschi in monasteri e templi».

Le tappe
La spedizione è nata dai libri di Stefano Ardito, e trae ispirazione anche dei documentari sui cambiamenti climatici nella regione Dhe non deve morire e Le mele di Marpha. «Attraverseremo le terre descritte da Ardito e documenteremo come sono cambiate rispetto a quando il giornalista le ha raccontate - spiega ancora Agostinelli -. Osserveremo variazioni nella piovosità e nei periodi di siccità che obbligano le popolazioni della Valle del Mustang a spostare i propri villaggi in cerca di acqua». Grazie all'esperienza del restauratore Fieni il team cercherà di capire come il Mustang stia cambiando in questi ultimi anni e quanto resta delle antiche tradizioni buddiste locali. «Al nostro rientro tireremo le fila del reportage attraverso le immagini egli incontri che effettueremo nelle tre settimane di viaggio. Non vedo l'ora di partire, ma sono già prontissimo per la seconda avventura».
 
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