Marche, dalle fabbriche chiuse alle valli dell’idrogeno: svelati gli obiettivi da raggiungere

Marche, dalle fabbriche chiuse alle valli dell’idrogeno
Marche, dalle fabbriche chiuse alle valli dell’idrogeno
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 07:27

ANCONA Dove ora ci sono fabbriche abbandonate, avviate a un destino di archeologia industriale, nascerà una filiera energetica innovativa ed ecosostenibile. Attesa già da inizio anno, con la Regione Marche che s’era messa in lista per la ripartizione dei fondi, è stata avviata l’attuazione dell’intervento 3.1 del Pnrr missione 2, quella per le cosiddette Hydrogen valleys in aree industriali dismesse.

 
Alle Marche, come annunciava ieri Palazzo Raffaello, sono stati assegnati 14 milioni di euro ed entro il prossimo mese di gennaio uscirà il bando di finanziamento regionale.

Il Decreto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ripartisce le risorse tra le Regioni (in tutto 500 milioni) e stabilisce le modalità attuative della misura e schema di bando tipo. Le Marche avevano presentato manifestazione d’interesse per accedere ai fondi Pnrr (500 milioni di euro in totale) per la realizzazione di siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse (le cosiddette hydrogen valley) e adesso a seguito del decreto del ministero per la Transizione ecologica per il riparto delle risorse alle Regioni, si dovrà procedere con l’emanazione di uno specifico bando. Inizialmente il cronoprogramma prevedeva che entro giugno 2023 andassero aggiudicati tutti gli appalti. 

Gli obiettivi

«L’investimento si pone l’obiettivo di sostenere la produzione e l’uso a livello locale di idrogeno verde - è spiegato nel decreto - nell’industria, nelle Pmi e nel trasporto locale, creando così nuove hydrogen valleys (distretti dell’idrogeno), soprattutto nel Sud Italia, in cui l’idrogeno sia prodotto a partire da fonti rinnovabili della zona e utilizzato localmente». Scopo della misura finanziata con il Pnrr è ri-adibire le aree industriali dismesse a unità sperimentali per la produzione di idrogeno in impianti Fer locali, ubicati nello stesso complesso industriale o in aree limitrofe. L’obiettivo, attraverso l’attuazione degli interventi previsti, è quello di incentivare la produzione di idrogeno elettrolitico a partire da fonti di energia rinnovabile o dall’energia elettrica di rete, promuovere il riutilizzo delle aree industriali inutilizzate e a favorire la ripresa economica delle economie locali.
Il Pesarese si era subito candidato, «La nostra Provincia – spiegava nel maggio scorso Andrea Baroni, direttore di Confindustria Pesaro e procuratore del Consorzio Confindustria Energia Adriatica – ha un discreto numero di aziende che ci stanno lavorando e possono, insieme, trasformarsi in un centro di eccellenza a valenza nazionale, in grado di costruire progetti ed attrarre, quindi, nel nostro territorio nuove professionalità e talenti». Con l’idrogeno verde nascerebbero delle filiere energetiche dove, al fianco delle aziende del settore energetico, potrebbero svilupparsi anche quelle dei potabilizzatori di acqua, del settore meccanico ad esempio di recipienti a pressione, società di servizi, imprese manifatturiere che producono componentistica. 

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