Imprese in frenata (-2,7%) ma le Marche restano la regione più artigiana

Imprese in frenata (-2,7%) ma le Marche restano la regione più artigiana
Imprese in frenata (-2,7%) ma le Marche restano la regione più artigiana
di Lorenzo Sconocchini
3 Minuti di Lettura
Sabato 6 Aprile 2024, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 11:20

ANCONA In un anno, tra l’inizio e la fine del 2023, abbiamo perso 1.119 tra piccole aziende e botteghe, il 2,7% del totale nell’artigianato, con un calo più vistoso di quello nazionale (-0,6%). Ma le Marche restano comunque la regione artigiana per eccellenza, con la maggiore incidenza in Italia delle imprese artigiane con dipendenti sul totale delle imprese attive (36%, contro il 25,6% della media italiana) che per incidenza degli addetti sul totale (25,1% contro a 14,8%) e anche per incidenza di occupati nelle MPI artigiane sugli occupati nelle MPI totali (32,9% contro 23,1%).

L’analisi

Dati che emergono dallo studio congiunturale proposto da Ebam, ente bilaterale dell’artigianato, presentato ieri ad Ancona nel corso di un evento servito a illustrare il consuntivo 2023 e le previsioni 2024.

L’incontro coordinato dalla Direttrice Cinzia Marincioni, si è aperto con l’intervento del Presidente Riccardo Battisti che ha rimarcato il ruolo di Ebam in un momento congiunturale che vede le Marche «distanti circa 20 punti in termini di Pil per abitante dalle regioni del Centro-Nord e quella tendenza a giocare in difesa è confermata dagli scarsi investimenti registrati per agganciare la transizione digitale».

Un tema, quello dello sviluppo tecnologico, affrontato durante l’intervento di Emanuele Frontoni, Ordinario di Informatica a Unimc, che ha presentato alcuni casi di successo, «aziende - ha detto – che hanno investito nel digitale ottenendo positivi e tangibili risultati nonostante poche aziende abbiano effettuato investimenti in questa direzione e, dato ancora più preoccupante, non siano intenzionate a predisporne nel prossimo futuro». «Resta però – ha aggiunto Fabio Renzi, Segretario generale Fondazione Symbola – il dato del 35% di aziende che investono nel green, quindi non un’avanguardia ma una buona fetta e soprattutto il trend è in ascesa perché nel periodo pre-covid era di circa il 24%».

Le imprese artigiane registrate alla fine del 2023 nelle Marche sono 39.791; la maggior concentrazione è nella provincia di Ancona con il 25,3%, segue Pesaro Urbino con il 24,8%, Macerata con il 22,9%, Fermo con il 14,3% e Ascoli Piceno con il restante 12,7%.

Pesaro in franata

La diminuzione più intensa si registra a Pesaro Urbino con 98 imprese in meno, segue Fermo con 65 imprese in meno e Ascoli Piceno con 56 imprese in meno (tasso al -1,05%); nelle province di Ancona e Macerata, al contrario, si evidenziano saldi positivi rispettivamente pari a 95 e 22 imprese artigiane in più. Bene le Costruzioni con il +12,2%, il Manifatturiero esteso con il +1,3% e i Servizi con il +0,2%. Sotto l’aspetto finanziario i prestiti alle piccole imprese nelle Marche a settembre 2023 sono in diminuzione del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2022 (rispetto al -7,4% del totale imprese); la variazione tendenziale è superiore alla media nazionale (-7,6%) e colloca le Marche al terzultimo posto in Italia. Dagli ultimi dati delle esportazioni, si registra per le Marche nei primi 9 mesi del 2023 una forte diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2022.

Tengono le calzature

Nella dinamica tendenziale, i settori manifatturieri con quote di imprese in crescita maggiori di quelle in diminuzione riguardano calzature e pelli, legno e mobile, lavorazioni metalliche e prodotti in metallo.

Tra le attività di servizio, la ristorazione presenta una netta prevalenza di casi di diminuzione (oltre la metà delle imprese) che prevalgono su quelli di crescita e di stabilita considerati nel loro assieme. Le previsioni per il primo semestre 2024 sono come sempre improntate alla cautela e orientate alla stabilità ma si prevedono saldi negativi, tranne che in due settori: legno mobile e servizi alla persona.

© RIPRODUZIONE RISERVATA