Da Giannotti a Belfatto, da Tornati a Ricci, il riconoscimento di statista: «Il nostro leader nazionale»

Chiunque abbia governato a Pesaro è corso a Roma da Arnaldo Forlani

Da Giannotti a Belfatto, da Tornati a Ricci, il riconoscimento di statista: «Il nostro leader nazionale»
Da Giannotti a Belfatto, da Tornati a Ricci, il riconoscimento di statista: «Il nostro leader nazionale»
di Silvia Sinibaldi
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Sabato 8 Luglio 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 07:43

PESARO Ci sono personaggi capaci di dare un’identità alla loro città, di diventarne qualcosa di più di un simbolo, di una appartenenza: questo è Arnaldo Forlani per Pesaro, un legame identitario. Lo dimostrano i ricordi degli amici e degli avversari, i pensieri e l’affetto di chi ha visto in lui un maestro ma anche la forza delle istituzioni e la riservatezza operosa. Roberto Giannotti è commosso: certo lui era un ragazzo quando Arnaldo Forlani era già un punto di riferimento per il Paese: «La sua è stata una intensa storia umana, con una capacità fortissima di impersonare le istituzioni, tanto che è il nostro territorio in credito con Roma. Noi abbiamo dato un grande politico e un grande statista, la Capitale ci ha concesso molto meno. Sono cresciuto politicamente con lui - aggiunge Giannotti che con la Dc ha ricoperto l’incarico di consigliere comunale e provinciale - insieme a Gianfranco Sabbatini abbiamo imparato tutto da lui. Sembrava un uomo algido, distaccato e invece era una persona sempre attenta ai bisogni delle persone e in più di una occasione ne sono stato diretto testimone. Perdiamo una persona speciale». 


Amici e avversari


E se dagli amici Forlani riceve ricordi di stima e affetto, anche gli avversari ne riconoscono senza tentennamenti la statura di politico e il valore dell’uomo. Giorgio Tornati era il sindaco Pci di Pesaro quando Forlani era già uomo di governo. «Conservo ottimi ricordi - racconta Tornati - perché nonostante su sponde politiche opposte i nostri rapporti, rigorosamente istituzionali, sono stati sempre di reciproca collaborazione.

Io non ho mai chiesto a lui nessun percorso privilegiato per Pesaro e lui non ha mai esercitato la benché minima pressione sulla vita politica della città. Anzi è stato un vero punto di riferimento. Ricordo che alla fine degli anni ‘70, poco dopo l’invasione dell’Afganistan da parte della Russia, Miccichè (l’ideatore della Mostra del Nuovo Cinema) aveva programmato un’edizione dedicata al cinema sovietico. Registi e attori in arrivo in Italia si videro bloccato il visto d’accesso. Io e Miccichè corremmo a Roma da Forlani che allora era ministro degli Esteri, spiegammo che quei registi erano tutti oppositori del regime e fu lui a sbloccare la situazione. Quando anni dopo la Mostra dedico l’edizione al cinema cinese, la prima cosa che mi chiese la delegazione orientale fu di incontrare Forlani. E lui non si tirò indietro nonostante fosse a Pesaro per una breve vacanza».

Belfatto e gli anni d'oro


Nicola Belfatto, negli anni d’oro di Forlani il capogruppo in consiglio comunale del partito socialista. «Spero che la storia faccia giustizia degli uomini della Prima Repubblica e di Arnaldo Forlani, interprete di una politica di cui si è persa traccia. A Pesaro è stato una figura centrale, per ogni questione che superava i confini cittadini si diceva: bisogna sentire Forlani. È stata una persona di valore». «Se ne va uno dei principali protagonisti della Prima Repubblica. Un leader politico che ha segnato la storia della Democrazia Cristiana, un pesarese che nonostante i suoi impegni nazionali ha sempre amato profondamente la città di provenienza». È il commento del sindaco Matteo Ricci alla notizia della scomparsa di Arnaldo Forlani, ex segretario della Dc. «È stato il politico pesarese che ha avuto maggiori ruoli nazionali nella storia di Pesaro, non mancheremo di ricordarlo a livello cittadino, nelle prossime settimane anche in consiglio comunale», ha concluso Ricci. 
 

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