Stefano Ansaldi, il ginecologo ucciso ieri sera a Milano, in via Macchi, non solo era un grande medico ma anche un «grande uomo». È così che le sue pazienti ricordano 'il professorè, un professionista stimato, amato, una persona «umana e buona come poche ce ne sono» che «amava il suo mestiere e le sue pazienti». Ansaldi è stato sgozzato brutalmente ieri sera in via Macchi, poco distante dalla stazione Centrale, tra i principali snodi ferroviari meneghino, in una serata affollatissima in centro per via della corsa allo shopping natalizio. Ansaldi aveva 65 anni, era nato a Benevento e viveva a Napoli dove lavorava come ginecologo presso uno studio privato. Nei primi anni Ottanta aveva conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia alla Seconda Università di Napoli ed era molto stimato e benvoluto come ginecologo. Tra le sue pazienti sono tantissime quelle che ricordano come il dottore le abbia aiutate a risolvere dei problemi con la gravidanza, dando sempre loro conforto con professionalità e gentilezza: «Sono stata 3 anni su quello studio per curarmi e per la gravidanza ma non mi ha fatto mai pesare un singolo minuto di tutto quello che ho passato . scrive un'utente su Facebook -. Era un grande io dicevo sempre dottore siete il 'miò angelo... Lo adoravo».
Ginecologo ucciso a Milano, è giallo. Le pazienti: «Stefano Ansaldi era l'angelo dei bambini»
Un'altra paziente è incredula mentre spiega come Ansaldi fosse «unico» sia dal lato professionale che dal lato umano, perché, «dopo tre anni di crisi, grazie a lui ho avuto la fortuna e la gioia di diventare mamma per ben due volte, quando invece tutti gli altri medici mi avevano detto solo baggianate».