I magnifici quattro della Sutor
non possono essere tutta la squadra

Jason Detrick in azione
Jason Detrick in azione
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Lunedì 28 Ottobre 2013, 19:12 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 17:01
MONTEGRANARO - Mayo 25, Cinciarini 20, Skeen 14, Sakic 11, i magnifici quattro: 70 dei 79 punti complessivi nel primo pieno in campionato della Sutor sono loro. Ma il basket , stato, e sempre sar gioco di squadra. Si vince in cinque, pardon in nove. Importanti anche i contributi - anche se in forme diverse - di Lauwers e Detrick, di Mazzola e Campani. E così il ghiaccio è stato rotto, l’ultimo posto è solo un ricordo e il ritorno in palestra sarà contrassegnato con qualche sorriso in più e con un importante input di leggerezza che aiuta sempre.



La conferma che non regala sorrisi è la cornice di pubblico: 1987 paganti, non un bel dato, c’è poco da girarci attorno. Troppi spazi vuoti, troppe poltrone libere anche se il sostegno è stato buono. Ma quelle presenze in mano vanno decifrate, o meglio capite. Questione di crisi che anche nel Fermano ha lasciato e sta lasciando il segno? Probabile, anzi - come sostiene anche Tiziano Basso probabilissimo. “Le famiglie devono tagliare, il panorama non è quello di qualche anno fa”.



Ma potrebbe anche esserci dell’altro come gli effetti dei due anni trascorsi ad Ancona con una lontananza che ha reso più tiepido e al tempo stesso meno coinvolto l’intero comprensorio che per tanti anni si è cibato di pane e basket. Senza dimenticare poi quell’effetto novità che mese dopo mese e anno dopo anno - inevitabilmente - viene meno. Se da una parte è gioia e sinonimo di capacità e forza poter dire “Montegranaro all’ottavo anno di serie A”, dall’altra toglie quella suspence e quell’atmosfera inconfondibile che aveva caratterizzato i primi anni.



Non è più così perchè le abitudini - non solo in campo sportivo - poi smorzano emozioni e thrilling. Ultimo aspetto per capire il dimezzamento (o quasi) del pubblico un roster che per questioni di bilancio non può più contare su giocatori molto legati al territorio come erano una volta Luca Vitali e Valerio Amoroso.
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