Porto San Giorgio, custode condannato
per il furto delle offerte al cimitero

Porto San Giorgio, custode condannato per il furto delle offerte al cimitero
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Giovedì 24 Novembre 2016, 05:55
FERMO - E’ finito con una condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione, con pena sospesa, il processo che vedeva imputato per peculato un dipendente comunale di Porto San Giorgio, U.F., addetto ai servizi cimiteriali, accusato di aver sottratto denaro dalle offerte dei fedeli depositate in un candelabro votivo alla cappella cimiteriale. 

Ieri mattina sono stati ascoltati gli ultimi tre testimoni e al termine il giudice ha emesso il verdetto, che ammorbidisce la pena rispetto ai due anni ed otto mesi che erano stati richiesti dal pubblico ministero. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe prelevato le offerte dal candelabro, di cui deteneva le chiavi della cassettina, per un periodo che va dal 2007 al 2012. U.F. è stato condannato anche ad un risarcimento di 1000 euro al comune sangiorgese, che si è costituito parte civile ed era rappresentato dall’avvocato Michelangelo Giugni. Curioso il fatto che il candelabro al centro della disputa era di proprietà dell’uomo, che lo aveva acquistato da dei frati per aiutarli a rientrare di alcune spese sostenute.

Avendo lasciato il manufatto nella cappella cimiteriale, aveva prelevato periodicamente gli spiccioli delle offerte per recuperare parte di quanto pagato. Ad aprire il caso giudiziario era stata una denuncia di una dirigente comunale una volta informata dei fatti. 
Tra i testimoni ascoltati durante il procedimento anche il parroco don Gabriele, il primo ad accorgersi degli ammanchi. Il sacerdote ha rivelato nella precedente udienza che proprio il custode gli aveva confessato di aver preso gli spiccioli delle offerte dal candelabro per ripagarsi la spesa sostenuta. A quel punto gli aveva requisito tutte le chiavi per evitare che l’episodio si ripetesse. Difficile quantificare la somma che l’uomo può aver prelevato nel corso degli anni. 
 
Nella cappella cimiteriale non vengono abitualmente celebrate cerimonie religiose, l’afflusso quindi è piuttosto modesto e si riduce ad alcuni anziani. L’imputato era difeso dall’avvocato ed ex sindaco di Porto San Giorgio Andrea Agostini, che si mostra moderatamente soddisfatto: «E’ un esito che possiamo definire positivo – la valutazione del legale di U.F. – Il peculato è un reato grave, che prevede pene a partire dai 4 anni di reclusione. Quindi il giudice ha emesso una condanna minima rispetto alla colpa che veniva contestata. Ricorreremo comunque in appello, convinti di poter ottenere una piena assoluzione. Il mio assistito ha acquistato quel candelabro ed ha sempre provveduto alle spese di manutenzione necessarie, come ampiamente documentato nel corso del processo. Per fare opera di bene si è trovato nei guai».
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