Calzature, addio ferie. Pressing sui giovani del Fermano: «Ragazzi, lavorare in fabbrica in bello»

Calzature, addio ferie. Pressing sui giovani del Fermano: «Ragazzi, lavorare in fabbrica in bello»
Calzature, addio ferie. Pressing sui giovani del Fermano: «Ragazzi, lavorare in fabbrica in bello»
di Massimiliano Viti
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Martedì 29 Agosto 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 12:33

FERMO - Pensare fuori dagli schemi, comunicare di più e meglio e spingere le aziende ad aprirsi, sia fisicamente per accogliere le visite dei ragazzi, sia a livello mentale e culturale. Sono gli accorgimenti che Gianni Gallucci, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Fermo, indica per render il settore calzaturiero più attraente agli occhi dei giovani. Per lo stesso imprenditore i giovani sono più attratti dai lavori stagionali, e da quelli più semplici «perché si è un po’ persa la cultura del lavoro in fabbrica. Oggi la fabbrica e il suo ambiente di lavoro sono molto diversi da come sono stati dipinti ai ragazzi dalle loro famiglie. I giovani hanno un’immagine appartenente al passato» spiega Gallucci.

 
La scelta


Temi decisivi nel giorno in cui si torna al lavoro dopo le ferie di agosto.

L’imprenditore monturanese afferma come grazie a Learning by doing, il progetto promosso a livello regionale da Confindustria che coinvolge le scuole medie e superiori e le università delle Marche, abbia assunto una persona nel calzaturificio che dirige.

«Faceva parte del gruppo degli studenti universitari che hanno visitato la fabbrica», precisa lo stesso imprenditore della moda e dell’agroalimentare. Che con questo esempio sottolinea l’efficacia del progetto. «Le aziende devono pensare fuori dagli schemi perché, per esempio, il ragazzo che ha studiato meccanica è più adatto di altri ad utilizzare i macchinari moderni e complessi che oggi sono in fabbrica» sostiene ancora il presidente del gruppo Giovani di Confindustria Fermo. L’associazione datoriale fermana ha promosso due corsi di formazione, per 15 persone ciascuno, per orlatrici e addetti al montaggio e finissaggio. Ogni corso prevede l’assunzione di almeno 7 partecipanti. Ma questo aspetto sembra non aver fatto breccia più di tanto tra i giovani. Tant’è che Confindustria è stata costretta a prorogare di un paio di mesi la scadenza per l’iscrizione ai corsi, inizialmente prevista per il 13 luglio, al fine di poter raggiungere il numero minimo di iscritti. «Ad essere più interessati non sono i disoccupati, bensì chi è insoddisfatto dell’attuale occupazione. E quindi desidera cambiare lavoro, anche per poter guadagnare un po’ di più» spiega Gallucci, secondo cui un ostacolo alle iscrizioni è rappresentato dal fatto che la famiglia meno abbiente non può permettersi di restare senza l’introito di uno stipendio per i mesi in cui si svolge il corso.


Il percorso


Un altro aspetto fondamentale è la comunicazione. «Si può e si deve fare di più e meglio. Anche per arrivare agli studenti della scuola dell’obbligo. In Confindustria Fermo abbiamo iniziato un percorso che punta sulla comunicazione. Sono sicuro che la strada è giusta» sostiene Gallucci. Che poi esterna una riflessione: «I social vengono impiegati dalle aziende quasi unicamente per incrementare le vendite e non come canale di comunicazione per aumentare l’appeal dei giovani verso il settore. Le imprese dovrebbero aprirsi anche su questo aspetto» afferma l’imprenditore che tocca poi un argomento delicato: la restituzione del credito di imposta utilizzato.

«Un problema serio che mette a rischio la vita delle imprese che sono chiamate o a pagare (e le sanzioni ammontano alla stessa somma richiesta dall’Agenzia delle Entrate) o ad avviare un contenzioso. Per un provvedimento non chiaro e retroattivo che fa riferimento a bilanci già chiusi e soldi già utilizzati. È una questione da risolvere la più presto», chiosa Gallucci.

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