Prima di uccidere la moglie incinta di sei settimane aveva fatto un elenco con i pro e i contro, per valutare se fosse più conveniente rimanere insieme o farla finita. Un “dettaglio” che ha cambiato completamente l’orientamento della giuria: non si era trattato di un momento di rabbia, come avevano sostenuto gli avvocati, ma di omicidio premeditato. Per questo un 31enne del Missouri è stato condannato per l’assassinio della moglie 28enne e l’occultamento del cadavere. Il corpo della vittima è stato trovato massacrato una settimana dopo la denuncia di scomparsa in una zona boscosa a un’ora d’auto dalla casa della coppia. Durante il processo, riporta l'Independent, l’uomo aveva dichiarato di aver litigato con sua moglie per una relazione extraconiugale. Ha detto di aver colpito la donna da dietro con una mazza in un impeto di rabbia, per poi seguirla mentre scappava barcollando fino al garage dove l’ha picchiata di nuovo. Un secondo e fatale colpo alla testa che l’ha fatta cadere dalle scale.
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Prima di arrivare sul banco dei testimoni l’assassino aveva chiamato la polizia per denunciare la scomparsa della moglie.
Aveva persino programmato l’invio di messaggi per tutto il giorno, per far sembrare che fosse preoccupato della salute della moglie. L'accusa ha lavorato durante tutto il processo per mostrare la meticolosità del killer, capace di pianificare ogni mossa. Non solo nell’invio dei messaggi sul telefono ma anche nell’elenco di pro e contro in cui l'uomo ha esposto all’amante via social tutte le ragioni per lasciare la moglie. Proprio la relazione extraconiugale avrebbe fatto partire la lite quel 12 novembre. La donna sperava che il marito confessasse, inutilmente. Così secondo quanto testimoniato dal 31enne, la moglie gli avrebbe detto che il bambino che aspettavano era di un altro uomo. Un test di paternità ha poi confermato che il bimbo che portava in grembo da sei settimane era di suo marito.