Lo spot di cui tutti parlano? Una lagna senza retroscena

Lo spot di cui tutti parlano? Una lagna senza retroscena

di Giovanni Guidi Buffarini
4 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Settembre 2023, 06:00

Doppia recensione oggi. Quella quotidiana al solito posto, un paio di pagine indietro. E questa qua, più corposa, perché è questo qua il film del momento, il film di cui tutti parlano e non pochi straparlano: lo spot di Esselunga, realizzato con professionalità ineccepibile dal francese Rudi Rosenberg e prodotto da Indiana Production. “La pèsca”. Una madre guarda la merce esposta. Quindi si rende conto che la figlia non è al suo fianco. Preoccupata la chiama: «Emma!». Cammina sempre più inquieta fra gli scaffali. A due donne: «Avete visto una bimba piccola?». Non l’hanno vista.

La vediamo prima noi, Emma. Ha una pèsca in mano. La mamma la rimprovera appena appena per essersi allontanata, le compra la pèsca. Emma ha occhi (tristi) solo per il frutto, lo segue mentre scorre sul nastro della cassa. In macchina: «La maestra mi ha detto che hai fatto un disegno bellissimo». Emma non risponde. Guarda fuori dal finestrino: una coppia con un bambino. Emma a casa. Ride, ché la mamma la abbraccia e le fa il solletico. Giocattoli sul pavimento e la tv accesa sui cartoni animati: quadretto sereno. Suonano alla porta. Mamma guarda dietro il vetro. È il papà di Emma. Papà di Emma saluta mamma di Emma con la mano, mamma di Emma guarda storto papà di Emma e gli apre la porta chiamando Emma. Emma prende le sue cose (uno zainetto) e scende. La mamma promette di chiamarla in serata. Emma corre incontro a papà, abbraccio, mentre mamma guarda triste dalla finestra. E siamo al momento clou. Emma estrae dallo zainetto la pèsca e la porge al papà: «Questa te la manda la mamma».

«Me la manda la mamma? Mi piacciono le pesche. Allora dopo chiamo la mamma per ringraziarla, ok?». La bimba è contenta, il papà getta uno sguardo, di rimpianto direi, verso la finestra. Sullo schermo appare lo slogan. «Non c’è una spesa che non sia importante». Musica sentimentale. Fine. Questo è il film. Lo si può valutare «molto bello e toccante» (Giorgia Meloni) oppure «una lagna moderatamente micidiale e il modernamente lo aggiungo solo perché si protrae per due minuti appena» (Il Buffa).

Ma lo spot questo racconta, non ci possono essere discussioni al riguardo. È un testo semplice da leggere, mica un labirinto inestricabile à la Nolan. Invece è tutto un fiorire di letture immotivate, perfettamente gratuite. Chi accusa lo spot di essere un manifesto contro il divorzio, per il fatto di presentare una bambina triste e desiderosa che papà e mamma tornino insieme. Ora, che il divorzio dei genitori sia un trauma per i figli è un fatto, basta parlare con uno psicologo dell’infanzia. Che poi sia un trauma anche peggiore vivere con genitori che litigano pesante da mattina a sera e non si lasciano, va da sé.

Ma dedurre che lo spot neghi questo è arbitrario, è “vedere cose che altri non vedono”: perché non ci sono. Altri sostengono che questi due melensi minuti potrebbero portar qualcuno a sospettare (la faccenda si fa macchinosa, eh) che la rottura della coppia sia avvenuta per colpa della donna, cosa sommamente inopportuna date le notizie di femminicidi e violenze domestiche. Di nuovo: non viene detto nulla al riguardo. Lei per un attimo guarda storto lui, stop. Perché? Fatti loro, su cui congetturare è atto gratuito insensato. Potrei andare avanti a elencare assurdità e arbitrî di chi si è risentito con Esselunga. La smetto e segnalo una perla, la più splendente, dal fronte opposto. Secondo alcuni, chi non ha gradito lo spot Esselunga sarebbe un nemico della famiglia tradizionale. Il tipico sillogismo che frana da tutti i lati.

Occhio signori, non sia mai che una di queste notti accanto al vostro letto compaia il fantasma indignato d’Aristotele munito di verga nodosa non fantasmatica. Il polverone polemico che s’è sollevato attorno a “La pèsca” mi deprime. Dice d’un Paese che si spacca su temi futili utilizzando argomenti pretestuosi (e non un grammo d’ironia). Che dissipa energie e passioni degne di miglior causa (e sì che non mancherebbero temi fondamentali su cui battagliare duro, ma duro davvero, non la solita rissa che solleva il solito polverone e tutto finisce lì). Immagino il sequel dello spot, Emma cresciuta che fa scorta di pesche e le tira (forte) e alla mamma e al papà. E lascia l’Italia.

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