Si toglie la vita a 31 anni durante lo sfratto: «Aveva anche offerto il caffè ai funzionari». La sentenza per morosità e il precariato

Una vita segnata dalla feroce e insopportabile precarietà del lavoro

Si toglie la vita a 31 anni durante lo sfratto: «Aveva anche offerto il caffè ai funzionari». La sentenza per morosità e il precariato
Si toglie la vita a 31 anni durante lo sfratto: «Aveva anche offerto il caffè ai funzionari». La sentenza per morosità e il precariato
di Marco Di Caterino
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mercoledì 26 febbraio 2025, 22:10

Caivano. Vivere e morire da precario. Si è tolto la vita, impiccandosi in una stanza della sua piccola abitazione, poco prima di essere sfrattato per morosità.

Il “male di vivere” si è portato via Ciro A., 31 anni, di Caivano, una vita segnata dalla feroce e insopportabile precarietà del lavoro, e dal successivo e progressivo isolamento da tutti e tutto. E non per ultimo dalla certezza che sarebbe rimasto senza un tetto sulla testa, con un futuro a tinte nerissime. Il dramma di questo uomo si è consumato martedì mattina, 25 febbraio 2025, nella sua abitazione di via Visone a Caivano. 

Sapeva che di lì poche ore l’ufficiale giudiziario avrebbe bussato alla sua porta,  per rendere esecutiva la sentenza del tribunale di Napoli Nord, per sfratto coatto per morosità. E quando l’ufficiale giudiziario ha bussato, Ciro ha aperto la porta, con modi gentili ha accolto la funzionaria alla quale ha anche offerto il caffè, mostrando comunque poco interesse alla notizia di una proroga di una ventina di giorni per lasciare l’abitazione.

Poi la tragedia.

L’uomo ha detto alla funzionaria che doveva andare in bagno. Ma trascorsi diversi minuti, la donna lo ha chiamato e non avendo risposta ha bussato alla porta del bagno che essendo socchiusa si è aperta, ma di Ciro nessuna traccia, la funzionaria ha allora bussato alla porta della stanza da letto, chiusa dall’interno. E non avendo risposta ha chiesto l’intervento dei carabinieri che giunti sul posto hanno forzato la porta, scoprendo quanto accaduto. L’uomo era già privo di vita e i sanitari del 118 non hanno potuto che costatarne il decesso, e soccorrere la funzionaria devastata da un pesante choc nervoso. La salma è stata riconsegnata ai devastati famigliari di Ciro, una vita da precario con il “mal di vivere”.

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