Caivano. Vivere e morire da precario. Si è tolto la vita, impiccandosi in una stanza della sua piccola abitazione, poco prima di essere sfrattato per morosità.
Il “male di vivere” si è portato via Ciro A., 31 anni, di Caivano, una vita segnata dalla feroce e insopportabile precarietà del lavoro, e dal successivo e progressivo isolamento da tutti e tutto. E non per ultimo dalla certezza che sarebbe rimasto senza un tetto sulla testa, con un futuro a tinte nerissime. Il dramma di questo uomo si è consumato martedì mattina, 25 febbraio 2025, nella sua abitazione di via Visone a Caivano.
Sapeva che di lì poche ore l’ufficiale giudiziario avrebbe bussato alla sua porta, per rendere esecutiva la sentenza del tribunale di Napoli Nord, per sfratto coatto per morosità. E quando l’ufficiale giudiziario ha bussato, Ciro ha aperto la porta, con modi gentili ha accolto la funzionaria alla quale ha anche offerto il caffè, mostrando comunque poco interesse alla notizia di una proroga di una ventina di giorni per lasciare l’abitazione.
Poi la tragedia.