Prete di 92 anni trovato morto in seminario, la Procura: «Don Piccoli va condannato. Voleva rubare oggetti sacri e lo ha ucciso»

Monsignore trovato morto nella Casa del clero di Trieste nel 2014, all'Appello bis la Procura chiede la conferma della condanna per il sacerdote veronese che si proclama innocente: "Ho fiducia in Dio e nei giudici"

Da sinistra, Monsignor Giuseppe Rocco e don Paolo Piccoli
Da sinistra, Monsignor Giuseppe Rocco e don Paolo Piccoli
di Redazione web
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Venerdì 22 Marzo 2024, 08:39

«Monsignor Giuseppe Rocco fu ucciso, l’assassino è don Paolo Piccoli e gli va confermata la condanna a 21 anni e sei mesi di reclusione per omicidio volontario». La Procura non ha dubbi nell’Appello-bis in corso a Venezia per il caso che venne definito "il giallo del seminario". Lo riferisce il Corriere della Sera. Il 25 aprile 2014, nella sua stanza alla Casa del Clero di via Besenghi, a Trieste, venne ritrovato il corpo senza vita di Monsignor Giuseppe Rocco, 92 anni. E l’unico indiziato rimane don Piccoli, 57 anni, sacerdote veronese che continua a dirsi innocente. E don Paolo resta in attesa di giudizio definitivo, quello della giustizia terrena. 

La vicenda

Don Giuseppe Rosso è stato trovato senza vita nella Casa del Clero di Trieste il 25 aprile 2014, dove era in corso un seminario si sacerdoti pensionati.

In quel giorno, la perpetua Eleonora Laura Di Bitondo fu la prima a scoprire il cadavere del prelato e anche la prima ad accusare don Piccoli, il quale è stato a lungo in servizio alla Diocesi dell’Aquila e nelle parrocchie di Rocca di Cambio.  Secondo l’autopsia, Don Giuseppe Rocco sarebbe stato soffocato e strangolato: a riprova di ciò è stata rinvenuta la frattura dell’osso ioide. Don Piccoli inizialmente fece la sua entrata nell’inchiesta in veste di testimone chiave in quanto fosse il vicino di stanza del prelato ucciso. Successivamente poi, la sua posizione è cambiata passando da indagato a essere imputato. In base alla ricostruzione dei fatti, Don Piccoli avrebbe avuto come movente il furto di alcuni oggetti sacri.

Don Paolo sotto accusa da 10 anni

Da dieci anni don Paolo è sospettato del delitto. Vondannato in primo e secondo grado per il (presunto) delitto al seminario di Trieste di cui si sarebbe macchiato, ma che lui continua a negare: «Ma quale assassino...». Non ha mai smesso («e mai smetterò») di professarsi innocente don Piccoli, tornato in questi giorni in aula dopo il clamoroso annullamento della condanna a 21 anni e sei mesi di reclusione, in primo e secondo grado, per la (presunta) morte violenta di monsignor Rocco. Secondo la tesi difensiva don Rocco sarebbe mancato per cause naturali, oppure per la rottura dell’osso ioide avvenuta durante le operazioni autoptiche o, ancora, durante lo spostamento delle spoglie da parte dell’impresa di pompe funebri. «In ogni caso — ha argomentato l’avvocato Calderoni nell’arringa — il responsabile della morte di don Rocco non è don Piccoli, per il quale chiediamo l’assoluzione». 

Le accuse

Principale accusatrice, dentro e fuori dai tribunali, è sempre stata fin dall’inizio la perpetua, l’assistente di don Rocco Eleonora Laura Di Bitonto che tentò di rianimare il monsignore chiamando il 118.  Dopn Piccoli non ha comunque perso la speranza: «Speranzoso - dice sempre al Corriere - ho fiducia nel mio avvocato, nei giudici e soprattutto, ovviamente, in Dio. I prossimi giorni per me saranno di passione, come quelli vissuti da nostro Signore prima della Pasqua di Resurrezione».

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