ANCONA Per quasi 4 ore sarebbe rimasto a terra, privo di sensi, in una pozza di sangue, dopo essere stato aggredito da una coppia di malviventi. «Me li sono trovati davanti all’improvviso, mi sono difeso, mi hanno dato una coltellata e poi sono svenuto», racconterà agli inquirenti. Sul collo, i segni di due fendenti: uno, andato più in profondità, ha sfiorato la carotide. Pochi centimetri e, forse, oggi non sarebbe in un letto d’ospedale a raccontare la terribile esperienza vissuta il benzinaio anconetano di 51 anni assalito martedì sera da due stranieri - così ha riferito, anche se i ricordi sono confusi - all’interno dell’ufficio dell’area di servizio Tamoil che ha in gestione in via Albertini, alla Baraccola.
Il soccorso
Ora è fuori pericolo, le ferite sono state suturate dai medici di Torrette, ma si è temuto il peggio quando i soccorritori del 118 e della Croce Rossa l’hanno trovato sotto choc e con un filo di forze. Aveva perso molto sangue e, stando alla sua testimonianza, per circa 4 ore sarebbe rimasto steso a terra: tanto è passato dall’aggressione, avvenuta poco prima delle 22, al momento in cui ha ripreso conoscenza e ha chiamato il 112 con il cellulare che aveva in tasca, dopo le 2. Sul posto si sono portati i carabinieri che hanno trovato l’arma sul pavimento: un coltellino a scatto di cui i banditi si sarebbero disfatti nella fuga. La lama e l’ufficio del benzinaio sono sotto sequestro.
Il racconto
«Sto benino, ho rischiato grosso» ha riferito il 51enne ai colleghi di lavoro, preoccupati per lui. «È un bravissimo ragazzo, non ha avuto mai problemi ed è stato fortunato perché aveva il cellulare in tasca e ha potuto chiamare i soccorsi», racconta Michela che lavora nel vicino bar Conero Break. «È strano che fosse lì a quell’ora, il distributore chiude alle 19,30 e il nostro bar riapre alle 5 del mattino», aggiunge Valentina, l’altra barista.
Le indagini
I carabinieri, coordinati dal pm Andrea Laurino, sono impegnati a ricostruire i fatti, confrontando la testimonianza della vittima con i rilievi e le immagini delle telecamere del bar e di un’officina che si trova dalla parte opposta della strada (il distributore non è dotato di spycam): da una prima analisi dei filmati non sarebbero stati notati movimenti sospetti, né di persone, né di auto. Sembra escluso che i malviventi possano essere passati dal retro, visto che la finestra era chiusa. E si cerca di capire per quale ragione siano scappati senza prendere i soldi: forse, quando la colluttazione è degenerata nel sangue, hanno temuto il peggio e hanno preferito andarsene di corsa temendo l’arrivo di qualcuno.