«Vogliamo riaprire»: ristoratori in piazza con spritz e antipasti

La protesta a Pescara (FotoMax)
La protesta a Pescara (FotoMax)
di Jacopo Ottenga Barattucci
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Mercoledì 14 Aprile 2021, 10:02

PESCARA - Tavole imbandite, banconi e barman, torte nuziali, abiti da sposa, dj in consolle, auto d'epoca e sale bingo, i titolari dei pubblici esercizi ieri mattina hanno animato piazza Salotto approntando le mise en place con l'auspicio di tornare presto ad accogliere i clienti.

La manifestazione, promossa da Fipe/Confommercio in molte città della penisola con lo slogan "Vogliamo riaprire!", ha riscosso ampia partecipazione, la solidarietà del sindaco Carlo Masci, che ha presenziato assieme ad alcuni consiglieri, e di Casapound che ne ha sposato nuovamente la causa esponendo anche a Pescara striscioni di sostegno, senza tuttavia infiltrarsi fisicamente per comunicare come «le proteste di questi giorni non siano strumentalizzazioni da parte di presunte forze eversive, ma esprimano la legittima rabbia di un popolo abbandonato dalle istituzioni».


«Siamo scesi in piazza in rappresentanza di centinaia di imprese in modo pacifico e disciplinato - dichiara il presidente provinciale di Confcommercio Riccardo Padovano, ringraziando in ogni caso le forze dell'ordine presenti -. È stato emozionante tornare ad ascoltare musica all'aperto e vedere tanti giovani impegnarsi nella preparazione estemporanea di pizze, antipasti e cocktail, segnale che testimonia la forte voglia di tornare a lavorare».

I manifestanti hanno chiesto alle istituzioni locali di farsi portavoce di tre rivendicazioni principali. L'abolizione della Tari perché, sottolinea Padovano, «è un nostro diritto poiché non abbiamo lavorato per mesi, in caso contrario faremo ricorso e al 99% lo vinceremo».

Linee di credito garantite a tasso zero e di durata almeno ventennale per permettere alle aziende di realizzare investimenti e adeguare le strutture. L'occupazione di suolo pubblico gratuita e la concessione di spazi all'aperto anche non limitrofi alle attività per consentire ai titolari di esercitare e alla cittadinanza di tornare a consumare in sicurezza.


«I dati del contagio sono contenuti, perciò pretendiamo una riapertura certa e immediata almeno per chi può svolgere servizio all'aperto. I prossimi giorni saranno decisivi, stando alle notizie dalla prossima settimana si dovrebbe iniziare in modo disciplinato con bar e ristoranti» aggiunge Padovano.

Si associa Gabriele Armenti, che presiede il settore banqueting e catering, tra i più penalizzati: «È stata una protesta di forte impatto, ordinata e priva di elementi facinorosi, ho voluto ricordare inoltre i 110 colleghi che nel nostro Paese non hanno retto le difficoltà e la mancanza di prospettive fino a preferire il suicidio. Dopo 13 mesi di stallo chiediamo date e regole certe su capienza e distanziamento per poter programmare gli eventi, assumere manovalanza e fornire ai clienti, che per noi sono sacri, le risposte che attendono. Siamo pronti ad attenerci anche a protocolli rigidi, ma che non diano adito ad interpretazioni assurde, come le differenze tra pranzo e cena e un evento e l'altro, ci siamo già una volta messi in gioco affrontando ingenti spese per adeguarci alle misure dettate salvo poi ritrovarci con nulla in mano».

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