SENIGALLIA - Il pop-rock spruzzato di “intuizioni” indie dei bergamaschi Pinguini Tattici Nucleari atterrerà domani, 27 aprile, alle ore 21 al Mamamia di...
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Zanotti, per voi “Fuori dall’hype” quarto disco da studio dalla vostra nascita nel 2012, un disco diverso e coraggioso: cosa vi ha spinto in questa direzione?
«Ci siamo aperti a nuove sonorità, abbiamo migrato verso altre. Abbiamo inserito parti elettroniche, qualcosa più alternativo e poi l’utilizzo massiccio del piano nelle nuove canzoni rispetto alle chitarre. Una piccola rivoluzione nel modo di scrivere musica. Per noi è stata una esigenza nata da dentro, mettere in musica quello che abbiamo ascoltato negli ultimi due anni».
Quanto tempo è stato necessario per comporre “Fuori dall’hype”?
«Ho impiegato circa un anno e mezzo nel comporre musiche e testi e poi un mese e mezzo di super lavoro nel comporre, arrangiare e mixare il tutto. È stato di fatto il primo vero disco professionale della nostra carriera visto il tempo impiegato per dare forma al tutto».
Siete stati sempre molto attenti all’interazione con le piattaforme social: quanto è stato importante per voi?
«Per me, per noi tantissimo. Per un musicista giovane, per noi che siamo una band giovane dire che questi strumenti non siano importanti sarebbe ipocrita. Sono un canale di comunicazione molto potente, che riesce ad attrarre le persone, ma devi far arrivare dei messaggi chiari, limpidi e veloci a tutti. Noi ci siamo impegnati molto nel farlo, magari ci siamo anche scottati alcune volte, ma per noi che siamo anche una band ironica dobbiamo trovare sempre modi per non risultare noiosi senza perdere il “messaggio” da comunicare».
Ha parlato di ironia, una canzone come “Verdura” è piena di riferimenti alla cultura pop anni 80/90 John Belushi, Lucio Dalla, la Principessa Mononoke, Lino Banfi: una scelta precisa?
«La musica deve essere una medicina per la vita, ti deve mettere di buon umore. Questo vale sia per chi ascolta sia per chi la compone. Il nostro spirito è quello di far sorridere con una punta di lacrima. Nel disco ci sono anche argomenti forti, ma trattati in maniera leggera ed ironica».
Ora per la prima volta un palco importante anche nelle Marche, cosa succederà?
«Ogni nostro concerto è sempre diverso, tanta interazione con il pubblico che se ci chiede qualche canzone particolare cerchiamo di accontentarlo anche se non sono del nostro repertorio. Il bello dei nostri live è che è ancora tutto di scrivere. Per noi sabato sarà una grande sfida e una grande festa». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico