Il montatore recanatese Travaglioli nella cinquina dei David di Donatello per il film “È stata la mano di Dio”

Cristiano Travaglioli nel 2014 quando ha vinto l’Oscar europeo del montaggio
RECANATI - Anche le Marche in corsa ai prossimi David di Donatello. A rappresentare la nostra regione sarà, una volta di più - la sesta per la precisione - il...

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RECANATI - Anche le Marche in corsa ai prossimi David di Donatello. A rappresentare la nostra regione sarà, una volta di più - la sesta per la precisione - il montatore Cristiano Travaglioli per il film “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino. Diceva Fellini: «Il montatore è il collaborare più intimo del regista, il più prezioso. Quello che nel buio della moviola assiste alla nascita definitiva del film e ne assicura il respiro vitale».

 

 
La collaborazione
Travaglioli è da sempre il collaboratore più prezioso di Sorrentino. Era assistente - al montaggio, of course - nell’opera prima “L’uomo in più”, anno 2001. A partire dal 2008, ha montato tutti i film del regista partenopeo: “Il Divo”, “This Must Be the Place”, “La grande bellezza” (per il quale fu premiato agli European Awards), “Youth - La giovinezza” (che gli valse il Nastro d’Argento) e “Loro”. Cristiano Travaglioli è nato a Recanati - marchigiana la madre, Giovanna - e cresciuto a Reggio Emilia dove si è diplomato perito elettrotecnico. Ha proseguito gli studi al Dams di Bologna quindi al Centro Sperimentale di Roma, dove ha trovato un grande maestro, Roberto Perpignani, una vita in sala montaggio con i fratelli Taviani, collaboratore inoltre di Orson Welles (“Falstaff”), di Bertolucci (“Strategia del ragno”, “Ultimo tango a Parigi”), di Bellocchio e Jancsó e Moretti e Amelio e Radford (“Il postino”). Fra le sue prime esperienze nel cinema ricordiamo quella come assistente (volontario) sul set de “Lo zio di Brooklyn” di Ciprì e Maresco: si comincia così.


Non solo Sorrentino


La collaborazione con Sorrentino ovviamente costituisce solo una parte della sua attività. Fra la ventina di film montati da Travaglioli fa piacere ricordare: “Fascisti su Marte” di Corrado Guzzanti, “Il volto di un’altra” di Pappi Corsicato, “La mafia uccide solo d’estate” di Pif, “Anime nere” di Francesco Munzi (che gli ha fruttato il David di Donatello), “Sicilian Ghost Story” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Lo ricordiamo ad Ancona nel 2019, ospite di Corto Dorico: tenne la masterclass “Sguardo in Moviola”. Una curiosità, a proposito di “È stata la mano di Dio”. La battuta più celebre del film, «Non ti disunire», è sua, di Travaglioli. Lo ha rivelato lo stesso Sorrentino dopo la Notte degli Oscar: «Me lo ripete sempre, quando si accorge che inizio a deragliare dal lavoro». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico