Solarino mattatrice in “Gerico Innocenza Rosa” a Porto Sant'Elpidio: «Porto sul palco l’identità di genere»

Solarino mattatrice in “Gerico Innocenza Rosa”: «Porto sul palco l’identità di genere»
PORTO SANT'ELPIDIO - L’importanza di affermare la propria identità, facendolo senza paura: questo il racconto che Valeria Solarino farà al Teatro...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PORTO SANT'ELPIDIO - L’importanza di affermare la propria identità, facendolo senza paura: questo il racconto che Valeria Solarino farà al Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio con “Gerico Innocenza Rosa”. Lo spettacolo andrà in scena oggi, martedì 6 dicembre, alle ore 21,15, anticipo della stagione di Comune e Amat (info 3466286586).

 

Lo spettacolo 


Solarino rappresenterà il monologo scritto e diretto da Luana Rondinelli, e racconterà la storia di Vincenzo che parla alla mamma e alla nonna del suo percorso di “transizione” per trovare la sua vera identità. «La scrittura di Luana Rondinelli – racconta la protagonista – è così precisa che mi ha accompagnata nello spettacolo. Nel monologo lui/lei si racconta. La storia inizia da Vincenzo che si trova nell’anticamera del medico e ricorda il suo percorso di ricerca dell’identità, quasi un flusso di coscienza». Sul palco Solarino sarà anche la nonna, che capisce Vincenzo, la mamma, che inizialmente non lo accetta, e tutti gli altri personaggi, cugini e vicini di casa compresi.

«Con la direzione di Luana – prosegue – non mi sento da sola. E devo dire anche che sul palco ho la strana sensazione di essere in compagnia: degli altri personaggi, oltre Vincenzo, ma anche di tutto ciò che c’è intorno, dei suoni e delle luci che suggeriscono appuntamenti precisi sulla scena, che richiamano le ambientazioni. Mi riferisco per esempio al caso della memoria della campagna, richiamato da determinate luci». 


Il tema 


Non è un tema facile, e lo spettacolo non parla solo dell’identità di genere, ma dell’identità in generale e quindi anche di discriminazione. «Dalla nostra generazione in avanti – osserva Solarino – è difficile parlare e accettare queste tematiche. Invece i ventenni sono ancora liberi da condizionamenti, sono aperti. Dipende, certo, anche dagli ambienti dove si vive, ma tra i giovani non si trova l’emarginazione o l’attacco che a volte si fa a una persona che si rivela diversa da come uno immaginava». Quando si verifica questa discriminazione inevitabilmente si scende nel rifiuto, come la mamma di Vincenzo nello spettacolo. «Rifiuta lui e la sua identità – aggiunge la protagonista –. Sua madre lo accetta solo quando, malata, diventa come bambina, ormai liberata da pregiudizi, la mamma stessa nella storia è vittima della società. La nonna invece lo accetta subito, perché non ha la sovrastruttura a condizionarla, lei è già libera. Certo poi vanno analizzate le motivazioni dei rifiuti, quando ci sono. Il messaggio comunque è che l’accettazione di sé non dipende da nessuno». Alla fine, nella storia, Vincenzo trova il coraggio di essere e diventare Innocenza Rosa. 


Il pubblico


Valeria Solarino si sente coinvolta da questo spettacolo, prima, ma soprattutto dopo, quando vede la reazione del pubblico. «Mi ripaga – dice – il fatto che il pubblico entra nello spettacolo, commenta, simpatizza con Vincenzo/Innocenza. La cosa più bella è che questo spettacolo si vive, e il racconto innesca la miccia della riflessione, dei ragionamenti. E che in quell’ora ci si dimentica di tutto. Il teatro vive con il pubblico». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico