Marchestorie, che emozioni: oltre 30mila presenze per la rassegna della Regione, coinvolte 800 realtà del territorio

Marchestorie, che emozioni: oltre 30mila presenze per la rassegna della Regione, coinvolte 800 realtà del territorio
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ANCONA La cultura e l’arte sono l’essenza intima dell’appartenenza ad un passato di creatività e fascino. Marchestorie è questo e molto altro. Il festival dei borghi marchigiani sale sul palcoscenico della Capitale per fare bella mostra di sé. La Camera dei Deputati fa da teatro al bilancio della terza edizione della manifestazione, andata in scena nello scorso mese di settembre. Marchestorie è il festival che racconta la regione attraverso le sue peculiarità, le sue tradizioni e le sue leggende coinvolgendo tutto il territorio marchigiano, dal mare alle montagne.

 


I numeri

L’intento è quello di far conoscere gli antichi borghi, le fortezze medievali, le splendide piazze e le chiese, di far riscoprire l’immaginario collettivo marchigiano fatto di narrazioni e tradizioni, miti e leggende e credenze popolari. Obiettivi principali sono emozionare i turisti e i visitatori attraverso queste leggende e formare la popolazione marchigiana preservando la memoria, l’identità. E anche quest’anno si registrano numeri da record: oltre 30 mila presenze, 800 le realtà coinvolte sul territorio. «Si è creata una sinergia tra Comuni, Regione e Governo - dichiara la vicepresidente della Commissione Cultura, Giorgia Latini -. Abbiamo dato luce alle bellezze dei borghi marchigiani. Marchestorie, ideato quando ero assessore regionale, è un esempio virtuoso di come si debba lavorare per non disperdere le tradizioni, le nostre radici, appassionando i visitatori con le tante storie e formare le comunità».

La soddisfazione dell'assessore Biondi

 

Soddisfazione anche dall’assessore regionale Chiara Biondi. «Quest’anno abbiamo puntato sulla qualità e questo ci ha premiato – afferma - . La cultura diventa sempre più impresa e dà la possibilità di far sviluppare un territorio, da un punto di vista economico e sociale. Quando la Regione Marche punta sulla qualità i risultati arrivano». «Ogni appuntamento funziona perché vive e dialoga con il contesto in cui si svolge, ne narra storie, leggende, peculiarità. Questo consente allo spettatore di immergersi nelle Marche più autentiche. Dopo tre edizioni parliamo di un format ormai collaudato con straordinari margini di crescita», aggiunge il presidente della Fondazione Marche Cultura, Andrea Agostini. «Marchestorie ha avuto la grande intuizione di raccontare la storia delle Marche attraverso i borghi», sottolinea il presidente Amat, Piero Celani. E a dare ancora più risalto al festival ecco il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni: «Il festival ha saputo valorizzare luoghi titolari della nostra identità e dell’immaginario collettivo, dunque meritevoli di grande attenzione e di adeguate politiche di conservazione e promozione da attivare ad ogni livello istituzionale».

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Corriere Adriatico