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ANCONA - Un jazz moderno ma debitore di una tradizione che non smette di stupire. Il debutto del quartetto marchigiano Mantis, “A postcard from nowhere”, è una bella dimostrazione di concretezza musicale, solido nelle trame e valido per quanto riguarda i passaggi più ricercati. Una musica rotonda, coinvolgente e che dipinge con freschezza un mondo musicale entrato nel dna dei musicisti marchigiani.
Il background
«La band ufficialmente nasce nel 2018 – racconta il chitarrista e compositore Thomas Lasca di Castelfidardo – e noi tutti facciamo parte di un background comune che si lega ai seminari dell’Arcevia Jazz Feast, uno dei momenti marchigiani più importanti per chi ama questa musica».
Il disco
Il disco è stato registrato a inizio 2021, come una sorta di deviazione dalle preoccupazioni generate dalla pandemia. «Per l’occasione – spiega ancora Thomas Lasca – abbiamo deciso di avvalerci della presenza di Simone La Maida, un sassofonista che per noi è un vero e proprio faro: un grande improvvisatore che ha saputo arricchire la nostra musica. È stato un vero e proprio onore sentirlo suonare su della musica che abbiamo composto». Come tutte le band o gli artisti alle prese con la promozione del proprio materiale durante la pandemia ci sono state delle logiche limitazioni che però non hanno fermato la determinazione del quartetto. «Nonostante le difficoltà lo scorso anno siamo riusciti a presentare le nostre canzoni in più di un’occasione – prosegue il chitarrista della band marchigiana - e tra queste anche una collaborazione con Ancona Jazz per un concerto al Ca’ Vecchia Beerstrot di Filottrano per un bel concerto al tramonto che ha visto anche la partecipazione di La Maida».
Il Cd
Ora i quattro musicisti marchigiani stanno iniziando a “visualizzare” il nuovo album, ma prima di concentrarsi con decisione sulle nuove tracce c’è l’attesa per la pubblicazione su Cd prevista per primavera (il disco è stato pubblicato originariamente solo in formato digitale su tutte le più famose piattaforme di streaming). «Prima di costruire qualcosa di nuovo e lavorare su dei nuovi brani – conclude Thomas Lasca – vogliamo portare il più avanti possibile “A postcard from nowhere”, vogliamo suonare queste canzoni ancora per diverso tempo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico