A Ferretti la laurea ad honorem «Ora le sfide Scorsese e Diabolik»

Lo scenografo maceratese Dante Ferretti ieri alla Sapienza di Roma con la moglie Francesca Lo Schiavo
MACERATA - «Ogni nuovo lavoro rappresenta una sfida, ormai sono abituato». Lo dice, sorridendo Dante Ferretti, il grande scenografo maceratese tre volte premio Oscar...

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MACERATA - «Ogni nuovo lavoro rappresenta una sfida, ormai sono abituato». Lo dice, sorridendo Dante Ferretti, il grande scenografo maceratese tre volte premio Oscar (insieme alla moglie Francesca Lo Schiavo), che ieri mattina a Roma ha ricevuto la laurea ad honorem in architettura dell’Università La Sapienza, nell’aula magna della facoltà di Architettura Valle Giulia .

Dopo le scenografie per Silence di Martin Scorsese («La fatica maggiore? Ricostruire il Giappone feudale, e realizzare 2000 costumi), Ferretti firmerà anche quelle della nuova opera del cineasta (la decima insieme), The Irishman: «Ne abbiamo parlato, vedremo quando iniziare«. Il film è tratto dal libro inchiesta di Charles Brandt, ed è la storia di Frank Sheeran, killer della mafia (lo interpreterà Robert De Niro), coinvolto nell’omicidio del sindacalista Jimmy Hoffa (Al Pacino). Nel cast anche Harvey Keitel e Joe Pesci.
Ferretti sta inoltre lavorando a Cinecittà alla serie tv Cattleya - Sky su Diabolik: «Il regista penso sia stato scelto ma non è ancora stato ufficializzato». Sue anche le scene dell’opera rock “Divo Nerone” diretta da Gino Landi, in scena la prossima estate alla Domus Aurea.
Vestito in toga e tocco come la commissione della laurea ad honorem, Ferretti è stato introdotto dal Rettore Eugenio Gaudio, la preside della Facoltà di Architettura Anna Maria Giovenale e il professor Franco Purini. Nella sua lectio magistralis, lo scenografo ha alternato riflessioni («Mi immergo nella ricerca come se fossi un urbanista o architetto dell’epoca del film») a aneddoti divertenti, come quello sulle scenografie per Il nome della Rosa. «L’abbazia - ha raccontato - venne interamente costruita a Roma sulla collina di Prima Porta. Molto probabilmente apparve così verosimile nei suoi riferimenti storici, che ricevetti la telefonata di un ente per la conservazione dei beni culturali che mi chiedeva dove fosse quel convento perché non riuscivano a individuarlo«. E ai ragazzi che sognano di diventare scenografo consiglia proprio »gli studi di Architettura». 
Lo scenografo marchigiano ha reso inoltre omaggio a sua moglie Francesca Lo Schiavo seduta in prima fila e lungamente applaudita dalla platea, dove c’erano, fra gli altri, anche Liliana Cavani, La costumista premio Oscar Gabriella Pescucci e Gianni Letta: «Io la ringrazio profondamente, perché lei è più della metà di me. Veste e arreda le scene che io costruisco, e come me ha vinto tre Oscar... quindi in totale sono sei», ha detto sornione. 
Fra i messaggi che gli sono arrivati, Ferretti ha letto quello scherzoso dell’amico Renzo Piano: «Caro Dante perché non racconti che ho sempre rubato le tue idee e che tu hai sempre rubato le mie?».

Parlando con i giornalisti, Ferretti ha unito emozione ed autoironia: «Questa laurea rappresenta molto per me, perché mi hanno sempre chiamato architetto e non lo ero, ora finalmente lo sono diventato - ha spiegato -. Quando il preside della Facoltà mi ha chiamato sono quasi svenuto». Tra i tanti sodalizi, della sua carriera, Ferretti è tornato anche su quello con Federico Fellini: «Mi ha insegnato molto, è stato il regista più fantastico, a livello artistico, con cui ho lavorato». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico