“L’acqua cheta” al Teatro Pergolesi, Lucia Chiatti è a sorpresa nel cast

Lucia Chiatti al centro
JESI - Non ricordo se fu Dario Niccolini o fu Corrado Olmi o addirittura Dante Ricci a parlarmi della commedia “L’acqua cheta”. È stato tanto tempo...

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JESI - Non ricordo se fu Dario Niccolini o fu Corrado Olmi o addirittura Dante Ricci a parlarmi della commedia “L’acqua cheta”. È stato tanto tempo fa, comunque, ma il nome in testa mi è rimasto. Nascosto, ovviamente, alla voce “teatro” ma forse la pagina si è un po’ sgualcita e non mi vuole venire fuori. Oggi di fronte al Pergolesi di Jesi trovate un manifesto bellissimo, graficamente confinante con lo stile liberty, che strilla così: il 19 gennaio, alle ore 16.30, il Pergolesi di Jesi ospita “L’acqua cheta”, operetta in tre atti di Augusto Novelli e Giuseppe Pietri. Una commedia dal sapore popolare, scritta per far esaltare la “fiorentinità”, quindi mettere in rilievo una città come Firenze (ma, volendo, tutte…) che viene descritta per la sua bellezza e per le atmosfere primo novecento, in un clima in cui già i telefoni bianchi facevano la loro apparizione e i cambiamenti storici segnavano la vita.Nel 1920 divenne operetta e allora bentornata operetta a Jesi. Scorrendo l’elenco dei nomi degli interpreti, spicca quello di Lucia Chiatti. Sissignori, l’amministratore delegato della Fondazione Pergolesi Spontini. Lei, diplomata in canto lirico al Conservatorio, sarà in scena, insieme ad altri 40 artisti, in una parte chiave dell’operetta. 

«Lo spirito dello spettacolo - sottolinea Lucia Chiatti - è valorizzare ed evidenziare, con brio ed ironia, complicità e comicità, questioni a volte ridicole e simpatiche, create fra famiglie o persone di ogni ceto. La prosa evidenzia l’aspetto pensante della comicità fra i personaggi, il canto e il balletto aiutano, soprattutto nei momenti più poetici e vivaci, l’espressione della gioia che l’operetta regala a larghe mani. C’è la grande libertà, come ogni lavoro di “cultura popolare”, di interpretare il proprio ruolo, magari variandolo pure un pochino». 
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Corriere Adriatico